Ladri di futuro

Il riordino della scuola superiore del governo non è una riforma, è un taglio epocale alla scuola pubblica italiana che ci allontana dall'Europa e nega pari opportunità di vita, di educazione e di lavoro ai ragazzi e alle ragazze del nostro Paese.
Così Pier Luigi Bersani introduce l’ultima prodezza targata Gelmini-Berlusconi, che più che una riforma sembra "Un taglio di risorse, di competenze e di tempo: questa è la sostanza del cosiddetto riordino. La scelta compiuta a 13 anni diventa nei fatti irreversibile per la grande differenza di programmi proposti dai diversi percorsi formativi sin dal primo biennio, favorendo la dispersione scolastica. Vengono largamente penalizzati i saperi tecnico scientifici e tagliate le ore di laboratorio negli istituti professionali. Un riordino 'fuori tempo massimo' dettato solo dalle esigenze di bilancio di Tremonti, che non permette alla famiglie e ai ragazzi una scelta consapevole di un percorso formativo che andrà a determinare il loro futuro lavorativo e di vita".

Tagli selvaggi.

Con l’attuale Governo si è aperta per la scuola una preoccupante e lunga fase di incertezza e illegalità. Meno ore, meno materie, meno insegnamenti, meno insegnanti, meno laboratori. In totale, meno 1.650 milioni di euro nel 2010, meno 2.538 nel 2011, meno 3.188 nel 2012, un taglia e cuci generale ed ecco confezionata la scuola superiore. Tutto questo senza un dibattito parlamentare adeguato, senza un dibattito pubblico nel Paese. Il Ministro Gelmini esegue solamente, lasciando nell'incertezza la scuola, le famiglie, gli studenti, i lavoratori del settore.

In totale si tratta di una riduzione di 73 milioni di euro inferta dalla finananziaria 2010 per il funzionamento didattico ed amministrativo, un taglio di quasi 40 milioni di euro ai fondi della legge che prevede l’istituzione di un Fondo per l'arricchimento e l'ampliamento dell'offerta formativa e per gli interventi perequativi, destinato alla piena realizzazione dell'autonomia scolastica, una riduzione del 25% per gli appalti di pulizia e poi soprattutto quasi un miliardo di euro di crediti vantati dai singoli istituti nei confronti del ministero dell’istruzione, per spese anticipate dai bilanci interni e mai restituite.

A causa di questi tagli la situazione finanziaria degli istituti risulta veramente molto grave. Molte scuole hanno interrotto i contratti di supplenza ed hanno smistato gli studenti nelle classi, altre rischiano il pignoramento perché non pagano i fornitori, altre ancora per risparmiare, hanno un servizio di pulizia a giorni alterni. Per queste ragioni, alcuni dirigenti sono disposti ad non approvare il bilancio interno, pur rischiando il commissariamento.

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