Ministro, ci spieghi...


No, basta, i tagli sono finiti. Il mio ministero non è più in grado di sopportare diminuzioni di finanziamenti.

Così, pochi giorni fa, il Ministro Gelmini, in un'intervista a Repubblica (qui per leggerla).

Dopo avere negato i tagli per anni e avere denigrato gli studenti, i docenti e il personale che protestava, il Ministro finalmente ha preso la parola.

Di seguito un commento di Pietro Virtuani, il brugherese segretario provinciale dei giovani del PD, che è anche membro dell'esecutivo della Rete Universitaria Nazionale:

Ministro ci spieghi: perché quello che Lei chiamava riforma e che doveva portare efficienza e meritocrazia improvvisamente viene sconfessato proprio da lei, che invoca "basta tagli all'istruzione"?

E non lo sa, Ministro, che invece i tagli continueranno, perché la sua "riforma" continua a ridurre risorse ancora per due anni?


Ascoltare non vuol dire capire.

L'università italiana, la ricerca, la scuola pubblica, erano già in sofferenza prima che lei arrivasse, proprio per questo doveva dire queste parole 3 anni fa, non ora! E avrebbe dovuto insistere, come hanno fatto altri paesi europei, anche con maggioranze conservatrici, perché per rilanciare l'economia in un momento di crisi l'Italia puntasse su istruzione, innovazione e ricerca, che invece lei e il suo governo avete tagliato.

Rispetto alle borse di studio poi, ecco una assurda situazione: in Italia esiste la figura dell'avente diritto non beneficiato; sono quelli studenti che pur rientrando nei parametri per usufruire di una borsa di studio, rimangono senza perché mancano soldi. E' vero ci sono adesso 100 milioni. Ma due anni erano 246: ha tagliato il fondo di due terzi!

La triste verità è che il ministro vorrà anche ascoltarci, ma il suo governo e le sue politiche sulla scuola e sull'università sono figli della cultura neoliberista che ha portato questa crisi.

Per questo, più che ascoltarci, riconosca il fallimento non solo politico ma ideologico del suo governo, e consenta a chi non solo ha a cuore le sorti del paese e dell'università, ma è portatore di istanze diverse e di un'altra visione di società, di correggere la rotta!

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