La Lega Nord ha fallito


Ieri sul Corriere della Sera Ernesto Galli Della Loggia ci ha raccontato (o si è accorto solo ora) del bluff della Lega Nord.

Hanno accelerato l’approccio "ordine e legalità" sull’immigrazione irregolare, sintetizzato nella recente frase di Umberto Bossi "fuori dalle palle", ma le espulsioni non funzionano.

Penso ormai che la fine di un'epoca sia arrivata tanto per la Lega quanto per Berlusconi, legati l'una e l'altro unicamente per ragioni di sopravvivenza.

L’Italia ha bisogno di una politica di integrazione. Sono anni che questi signori speculano politicamente sull’immigrazione promettendo soluzioni definitive che non arrivano. I nodi sono venuti al pettine: non potranno più mentire alla gente sull’immigrazione.

DoppiaM


La crisi della leadership berlusconiana a stento riesce a mascherare un'altra crisi che sta esplodendo in questi giorni: la crisi della Lega


È la crisi che è raffigurata come meglio non si potrebbe dalla foto di quella rete del campo profughi di Manduria, semiabbattuta e superata d'un balzo da centinaia di tunisini poi dispersisi nei dintorni. 
Con l'incisività perentoria delle immagini essa mostra l'impotenza di un ministro leghista dell'Interno, Maroni, che, molto bravo ad arrestare mafiosi e camorristi, non sa invece che pesci pigliare proprio sul tema forse più caro alla propaganda e all'ideologia del suo partito: quello dell'immigrazione. Bossi ha un bel dire agli immigrati «fuori dalle palle». Il suo ministro non è capace neppure di trattenerli dietro una rete: non dico neppure, naturalmente, di respingerli in mare lasciandoli al loro destino, così come invece, ascoltando le grida di Bossi, qualche ingenuo e feroce leghista forse si è immaginato che potesse accadere. Ma evidentemente un conto sono i comizi a Pontida, un altro conto fare seguire alle parole i fatti.

La verità è che quanto accade in questi giorni sta mostrando l'impossibilità/incapacità della Lega ad essere un vero partito di governo. Con l'ideologia leghista si può essere ottimi sindaci di Varese e perfino di Verona, ma non si riesce a governare l'Italia. Non si riesce, cioè, a pensare davvero i problemi del Paese in quanto tale (non solo nella sua interezza, ma anche nella complessità dei suoi rapporti internazionali), e tanto meno immaginarne delle soluzioni. Con l'ideologia leghista al massimo si può stare al governo, che però è cosa del tutto diversa dal governare. Si può al massimo, cioè, essere alleati gregari di una forza maggiore e occupare dei posti: ma al solo scopo, in sostanza, di chiedere mance e favori per i propri territori. Il limite della Lega è per l'appunto questo: a chiacchiere essere contro «Roma ladrona», ma poi essere condannata a comportarsi nei fatti come un tipico partito di sottogoverno.

L'editoriale continua qui

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