Ma siamo un popolo: non aspettate di vederci ammazzati in strada per darci una mano.


Aleksandr Lukashenko è il presidente della Bielorussia ed è spesso definito “l’ultimo dittatore d’Europa”.

Ho scritto di lui su questo blog spesso, soprattutto per via dei suoi rapporti con il presidente Berlusconi.


Il Presidente del Consiglio è l’unico capo di governo occidentale ad aver visitato la Bielorussia negli ultimi anni, e poi in occasioni delle elezioni presidenziali dello scorso dicembre, vinte da Lukashenko come ampiamente previsto e alle quali seguirono proteste e accuse di brogli da parte degli osservatori internazionali.

Ora l’Independent, tradotto in italiano da Presseurop, racconta che fine hanno fatto i politici che nel corso degli anni lo hanno sfidato alla presidenza


Chi detenuto in carcere, chi agli arresti domiciliari, chi pressato fino a essere costretto al ritiro, chi ricattato. I dissidenti politici in Bielorussia ricevono trattamenti anche peggiori: oltre a essere detenuti senza processo, in molti casi vengono torturati e uccisi.

"In pratica, tutti i candidati alla presidenza che hanno osato sfidare Lukashenko alle elezioni del dicembre scorso sono stati messi in carcere o agli arresti domiciliari. Si parla di torture, e di forti pressioni sui candidati a denunciarsi a vicenda in dichiarazioni filmate.

Alcuni sono crollati e hanno ceduto, altri si sono opposti e adesso rischiano anni di carcere, e solo per aver partecipato alle elezioni. Cinque avvocati che li avevano difesi sono stati radiati, mentre altri 700 cittadini comuni sono stati arrestati in quella che Human Rights Watch ha definito una “pagliacciata di giustizia”. E i processi farsa, in un paese dove la polizia segreta si chiama ancora Kgb, sono appena agli inizi."


DoppiaM

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