In nome della pacificazione/1


Roma in questi giorni è tapezzata di croci celtiche.

Nel manifesto sono fotografati militanti di estreme destra con il braccio teso, il saluto fascista.
Questi manifesti costituiscono apologia del fascismo e violano la Costituzione.

La giunta del sindaco Alemanno ricorda in questo modo una delle pagine tragiche degli anni di piombo, la vicenda di Acca Larenzia.

Difficile parlare di quegli anni non avendoli vissuti; però si può analizzare un aspetto odierno: la manovra astuta del primo cittadino e dei suoi, che con la scusa di ricordare i militanti di destra, sdogana croci celtiche, braccia tese ed altri simboli fascisti.

Quindi non un percorso di presa di coscienza e successiva condanna di quegli eventi, per ribadire ancora una volta il male assoluto del fascismo, ma invece elementi di continuità.

Inoltre una cosa che ha sconvolto ancora di più il sottoscritto, da sempre antifascista, è stata la presenza della bandiera della decima mas a questa manifestazione.

Un altro momento delle celebrazioni che si sono svolte ieri a Roma è stata la presentazione in Campidoglio del libro "Acca Larentia, quello che non è stato mai detto" di Valerio Cutonilli e Luca Valentinotti.

Il consigliere del Pdl Cassone ha approfittato dell'occasione per proporre di "abolire la festa del 25 aprile, perché non rappresenta tutti gli italiani ma solo una parte di essi, che dopo tale data hanno iniziato la persecuzione dei cosidetti 'vinti' attraverso le stragi perpetrate dai comunisti che si facevano giustizia da sé nei confronti delle parti a loro avverse".

Un'affermazione aberrante da parte di un uomo che ricopre una carica pubblica. Il 25 aprile è stato il risveglio delle coscienze ed un ricatto morale di tutti gli italiani per liberarsi dal nemico nazifascista.

Ed è grazie alla reistenza, al 25 aprile che Casson ricopre la posizione di consigliere comunale (sigh). Il 25 aprile è alla base della nostra democrazia e alla nostra repubblica.

DoppiaM

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