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E adesso?

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Il Post prova a mettere in file le cose dopo la vittoria del NO al referendum Dopo la vittoria del No al referendum costituzionale, Matteo Renzi ha detto che lunedì riunirà il Consiglio dei ministri per l’ultima volta e poi andrà al Quirinale per dimettersi da capo del governo. La fine del governo Renzi, nato circa 1.000 giorni fa, apre una fase di grande incertezza per l’Italia sia dal punto di vista politico che dal punto di vista economico: cercare di prevedere cosa accadrà è impossibile, ma qualcosa sappiamo. Come da prassi, il presidente della Repubblica accetterà le dimissioni del governo Renzi e gli chiederà di restare in carica dimissionario per occuparsi dei cosiddetti “affari correnti” fino all’insediamento del nuovo governo. Poi il presidente inizierà le consultazioni per capire se in Parlamento esista una maggioranza di deputati e senatori interessata a sostenere un nuovo governo, ed eventualmente chi possa guidarlo: Sergio Mattarella vedrà i leader di partito e i cap

#bastaunsi

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Ci vediamo questa sera in compagnia di  Laura Barzaghi ,  Roberto Rampi ,  Roberto Scanagatti ,  Pietro Virtuani  e Gigi Ponti. 

Referendum, ecco quale sarà il futuro del governo Renzi

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Mancano ormai pochi giorni al  referendum costituzionale di domenica 4 dicembre ; data in cui gli italiani saranno chiamati ad esprimere la propria intenzione di voto circa il testo di legge riguardante le “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”. In base all'esito di questa consultazione, cambierà la faccia della politica italiana infatti, la vita del Governo #Renzi è appesa a questo filo. Ad annunciarlo fu lo stesso premier all'inizio della campagna elettorale che però, nel corso di questi mesi, ha cercato di spersonalizzarlo poiché molti elettori hanno fatto sapere che sarebbero andati a votare "No" solo per " mandare a casa Renzi ". Su quello che succederà abbiamo consultato  Francesco Cro , romano, di professione spin doctor, e molto

La settimana decisiva per il futuro dell'Italia.

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Tra qualche giorno sapremo se - finalmente - potremo iniziare il futuro con semplicità e forza. In questa settimana vi scriverò più spesso, mi perdonerete. Ma abbiamo bisogno di voi per vincere la sfida del referendum. La partita è apertissima, gli indecisi sono ancora tanti e dunque tutto si giocherà con la mobilitazione personale. L'Economist si è schierato per il NO e propone all'Italia l'ennesimo governo tecnico e tecnocratico. Beppe Grillo ha chiesto ai suoi elettori di "non votare col cervello, ma con la pancia". Sa perfettamente che se votano con il cervello votano sì anche loro perché votare contro alla semplificazione del sistema e alla riduzione degli sprechi è molto difficile per tutti, specie per i gli elettori del Movimento 5 Stelle. Io vi chiedo di votare con il cervello. E anche con il cuore. Questa è la più grande possibilità che abbiamo di pensare ai nostri figli. E se rifiutiamo questo treno oggi, dovremo aspettare decenni. Per questo utilizzerò

Una guida semplice al referendum del 4 dicembre. Ecco su cosa si vota

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L’appuntamento si avvicina ma non tutti hanno le idee chiare, cerchiamo di toglierci qualche dubbio (senza fare propaganda) Il 4 dicembre prossimo si voterà per il referendum costituzionale. L’appuntamento si avvicina ma non tutti hanno le idee chiare, cerchiamo di toglierci qualche dubbio (senza fare propaganda). Si voterà domenica 4 dicembre dalle ore 7 alle 23 in tutta Italia. Per il referendum costituzionale non è previsto il raggiungimento del quorum, la votazione sarà valida a prescindere da quanti andranno a votare. Che cosa troverete sulla scheda elettorale? Il quesito recita: “A pprovate il testo della legge costituzionale concernente disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della costituzione ?”. Vediamo punto per punto che cosa significa e cosa comporterà. Ch

I Sindaci d’Italia a favore del Sì

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Sì al referendum per una Repubblica più giusta, più semplice, più moderna  Centinaia di sindaci scenderanno oggi in piazza per parlare con i loro concittadini e spiegare le ragioni del Sì al referendum del 4 dicembre. Per qualche ora, i primi cittadini smetteranno la loro fascia tricolore e saranno impegnati come ‘militanti del Sì’, senza perdere quelle caratteristiche di comprensione e disponibilità, che li rendono i rappresentanti istituzionali più vicini agli elettori. L’iniziativa “ Basta un Sìndaco in piazza ” rappresenta il culmine della campagna partita dall’appello promosso da  Graziano Delrio ,  Angelo Rughetti  e  Roberto Cociancich  e che ha visto l’adesione di 1.100 sindaci di tutta Italia: uno schieramento trasversale che conta eletti di centrosinistra, ma anche di partiti e liste civiche di centrodestra. Dal volantinaggio nei mercati ai banchetti in piazza, dagli aperitivi ai più classici comizi o al porta a porta, le iniziative di domani saranno di natura dive

Perché votare sì - di Pietro Virtuani

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Ho deciso di scrivere questo testo per tre motivi: perché questa campagna referendaria è stata la cosa più importante e intensa che ho fatto in questi tre anni da Segretario provinciale del Partito democratico di Monza e Brianza; perché ho imparato tantissime cose, che vorrei riepilogare e raccogliere in un testo organico; e perché alcuni miei cari amici sono incerti o orientati a votare no, per cui ho voluto esprimere in forma scritta le mie ragioni, per raccontarle anche a loro. Il testo non è venuto molto breve, per cui l’ho diviso in paragrafi, che qui riepilogo per facilitare la lettura. 1. Il contesto in cui siamo e l’atteggiamento in cui porsi (dove si riepiloga velocemente cosa succede intorno e ci si pone in guardia dai profeti di sventura) 2. La Storia della nostra Costituzione (le tante cose che abbiamo imparato o ripassato, in sintesi) 3. Il cuore della riforma (quello che c’è di importante da sapere) 4. Nel merito, pesi e contrappesi (una esposizione che vuole

La politica che produce antipolitica

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C’è una domanda alla quale non hanno ancora risposto Pier Luigi Bersani, Mario Monti e gli altri autorevoli esponenti parlamentari della maggioranza che in questi giorni si stanno impegnando per il No al referendum:  perché mai hanno votato a favore della riforma costituzionale quando il Parlamento ne ha discusso e oggi, fuori da quelle aule, indicano ai cittadini una strada del tutto diversa  da quella che loro stessi hanno percorso? È un interrogativo che va al di là della coerenza personale, investendo direttamente le fonti dell’antipolitica che si annidano anche nel rapporto tra parlamentari e opinione pubblica. Perché se è ragionevole immaginare che non possa esistere una verità per il Parlamento e una diversa verità per il Paese, ne consegue che  quel parlamentare che si esprime con il voto in una certa direzione per poi sostenere in pubblico l’esatto contrario contribuisce a demolire la credibilità delle istituzioni rappresentative  dinanzi ai cittadini.

Napolitano: “Su referendum sfida aberrante. Per giudicare Renzi ci sono le elezioni”

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Quella sul referendum “ è diventata una sfida largamente aberrante “. Il Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano commenta così a Porta a Porta gli ultimi giorni della sfida referendaria. “Non ritengo che uno degli obiettivi della riforma debba essere tagliare il numero dei parlamentari – spiega ospite della trasmissione di Rai Uno – ma avere un sistema più snello e un Senato rappresentativo delle realtà territoriali”. Napolitano sottolinea in particolare uno degli aspetti che hanno caratterizzato il confronto tra i due fronti: la personalizzazione del voto del 4 dicembre. “Non si vota pro o contro questo governo – spiega – Si vota quello che è scritto nella legge.  L’occasione per giudicare Renzi ci sarà con le prossime elezioni  che al momento si terranno nel 2018″. Durante il programma condotto da Bruno Vespa l’ex inquilino del Colle ha commentato  l’analisi del Financial Times  per il quale, in caso di vittoria del No al referendum, l’Italia direbbe addio all

Matteo Renzi domenica a Monza

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Ultimi tredici giorni di campagna elettorale sul referendum. Auguro a tutti di viverli con intensità e leggerezza. Finalmente stiamo entrando nel merito della riforma e dei cambiamenti che l'Italia potrà avere in caso di vittoria del sì. Certo, c'è sempre chi prova a cambiare argomento, a parlare di altro, dal Governo alla legge elettorale, ma sento da molti di voi che finalmente il clima è cambiato e adesso si inizia a discutere di riforme e non più di tutto il resto. Dunque, avanti tutta. Perché se entriamo nel merito scopriamo che la stragrande maggioranza dei nostri concittadini vuole superare il bicameralismo paritario, vuole ridurre il numero dei parlamentari, vuole ridurre i costi, vuole abolire il CNEL, vuole cambiare il rapporto Stato-Regioni. E se nei prossimi tredici giorni parliamo di questo, anziché di tutti i diversivi che si stanno inventando, è fatta. Devo dire che per me viaggiare, da Brescia a Foggia, da Bergamo a Ercolano, in Sicilia come in Campania o