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Libertà e democrazia: le armi più potenti del mondo

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Lunedì sera, il primo ministro norvegese Jens Stoltenberg ha tenuto un discorso davanti al municipio di Oslo nel corso della manifestazione organizzata per ricordare i 76 morti dell’isola di Utøya e della città, uccisi dall’estremista di destra Anders Behring Breivik. Nel suo intervento, il primo ministro ha anche ricordato il 9 aprile del 1940, il giorno in cui i nazisti iniziarono l’occupazione del paese, nonostante la Norvegia si fosse dichiarata neutrale. Il discorso ha commosso e colpito favorevolmente la popolazione. Secondo l’Aftenposten, il giornale più letto in Norvegia, il discorso di Stoltenberg è stato il più importante mai pronunciato nel paese dalla fine della Seconda guerra mondiale. Miei cari, che spettacolo! Mi trovo faccia a faccia con la volontà del popolo. Voi siete la volontà del popolo. Migliaia e migliaia di norvegesi – a Oslo e in tutto il paese – fanno la stessa cosa stasera. Occupano le strade, le piazze, gli spazio pubblici con lo stesso messagg

“Quei giovani incapaci di reagire”

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E mentre ancora si piangono i morti,  un articolo che lascia sgomenti. Come abbiamo visto, nei giorni scorsi, quelli de “Il Giornale” hanno provato ad attribuire la responsabilità degli attentati di Oslo all’Islam: hanno addirittura mandato in edicola due prime pagine diverse. Ieri Feltri ha rincarato la dose con l'editoriale dal titolo “Quei giovani incapaci di reagire”. La tesi è semplice quanto vigliacca.   Come è possibile, si chiede Feltri, che i 500 giovani presenti sull’isola di Utoya non siano riusciti a fermare  la carneficina? Potevano, secondo Feltri, lanciarsi sull’attentatore cosicché “alcuni di sicuro sarebbero stati abbattuti ma non tutti” . Insomma, secondo Feltri, il problema è che ciascuno ha pensato “a salvare se stesso illudendosi di spuntarla” . Praticamente la colpa è delle vittime, di quei giovani che non hanno voluto “identificarsi con gli altri” : incapaci ed egoisti e anche un po’ rammolliti. Si può cadere più in basso di così? Feltri, sia cora

Norvegia: il lutto, il silenzio, l'unità

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La Norvegia intera si è fermata per un minuto di silenzio a mezzogiorno in punto per onorare i 93 morti della duplice strage di venerdì scorso. Intanto proseguono le indagini per fare luce su questo crimine, mentre si è tenuta a porte chiuse l'udienza preliminare per la carcerazione preventiva di Anders Behring Breivik , con l'autore delle stragi che ha confessato davanti al giudice di aver commesso i due attentati ed è stato incriminato per atti di terrorismo. Molti osservatori hanno posto in grande evidenza le parole del primo ministro norv egese, il laburista Jens Stontelberg, che ieri, durante i funerali, ha detto: «La nostra risposta sarà più libertà e più democrazia. Ma questo non vuol dire più ingenuità». Il sindaco di Oslo , il conservatore Fabian Stang, ha risposto così a chi sabato gli chiedeva se la città aveva bisogno di un innalzamento del livello di sicurezza: «Non penso che la sicurezza possa risolvere i problemi. Dobbiamo insegnare di più il rispetto».

La Norvegia e la vergogna dei quotidiani della destra italana

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Mentre tutto il mondo segue con apprensione le notizie dalla Norvegia, dove la cifra di oltre 90 ragazzi morti è purtroppo destinata ad aumentare, in Italia i giornali della destra non hanno perso l'occasione per una vergognosa speculazione. Ieri le prime pagine de Il Giornale e di Libero erano tutte dedicate all'ipotesi che ci fosse dietro la responsabilità del terrorismo islamico . Qui e qui le prime pagine dei due giornali, una poi è stata ribattuta , ma non è stato modificato l'editoriale, come ha raccontato L'Inkiesta . La tesi doveva essere chiara: approfittare del dramma norvegese per ribadire ancora una volta che è sempre colpa del terrorismo islamico. Dopo la confessione del giovane dell'ultradestra, ci si aspettava le scuse dei due direttori. E invece no. Oggi Belpietro su Libero cerca di giustificarsi, mentre Il Giornale scrive che la causa è la reazione razzista al multiculturalismo . L'editoriale di Magdi Cristiano Allam su Il Giorn