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Il terremoto a L'Aquila, le finte lacrime e la verità negata per pura propaganda

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L'Aquila di nuovo al centro dell'attenzione. Purtroppo non per notizie positive sulla ricostruzione, ma per vicende terribili da sopportare, per chi da quasi quattro anni attende segnali di speranza. Tutto è iniziato nei giorni scorsi , quando sono spuntate delle intercettazioni che riguardano l'ex Prefetto della città, Giovanna Iurato , ora interdetta dai pubblici uffici per decisione del gip del tribunale campano. Era il 26 maggio del 2010 quando il Prefetto, appena nominata, volle rendere omaggio alle giovani vittime della Casa dello Studente , deponendo un cuscino di fiori che lei stessa volle sistemare con le proprie mani davanti alla struttura distrutta; le lacrime non mancarono , e furono interpretate come una grande partecipazione al dolore degli aquilani. Ora si scopre che quelle lacrime erano finte, a giudicare dalle intercettazioni disposte dalla Procura di Napoli. Una vicenda che ha generato rabbia e sbigottimento, ma anche «pena e disprezzo»,

L'Aquila e la condanna degli esperti della Commissione Grandi Rischi

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Era il 31 marzo del 2009. Il territorio intorno all'Aquila è scosso da mesi da numerose piccole scosse di terremoto, che mettono in allarme la popolazione . Sollecitati dal Sindaco Cialente, la Commissione Grande Rischi, organo di consulenza della presidenza del consiglio dei ministri, si riunisce per fare chiarezza e dare informazioni alla cittadinanza. Scelgono di rassicurare gli aquilani, dicendo che era era molto improbabile che una forte scossa potesse verificarsi. Una previsione sbagliata, come si capì alle 3,32 del 6 aprile 2009 e ancora meglio nei giorni seguenti. Per questo, lunedì il giudice unico Marco Billi ha condannato a sei anni di reclusione, per il loro ottimismo, i sette componenti della commissione Grandi rischi : sei esperti e il vice direttore della protezione civile, Bernardo De Bernardinis, ritenuti colpevoli di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose per il contributo dato con la loro previsione sbagliata alla morte delle persone che, fida

L'Aquila, due anni dopo: le foto, le macerie, la speranza

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Sono passati due anni dal tragico terremoto dell'Aquila. Come spesso abbiamo fatto su questo blog, quando vogliamo parlare del terremoto lasciamo lo spazio al quotidiano locale Il Centro e al suo caporedattore, Giustino Parisse , che nel sisma ha perso i due figli e il padre. Parisse scrive così: L’Aquila due anni dopo. Una storia che riparte dalle macerie, quelle materiali e quelle del cuore. Le foto di Valerio Simeone documentano sul nostro sito internet una città in bilico fra immobilismo e voglia di ripartire. Nei volti delle persone c’è fierezza, dignità, persino gioia quando il volto è quello di una bambina venuta alla luce in quei giorni terribili e che sta crescendo nella speranza che gli adulti restituiscano in tempi brevi a lei e agli altri suoi coetanei la città e i borghi, più belli di prima. Eppure le immagini spesso sono uguali, due anni fa e oggi . Quasi tutto quello che il sei aprile del 2009 è crollato non è stato ricostruito . Le persone sono disper