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Visualizzazione dei post con l'etichetta Il Giornale

Punti di svista

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Il Giornale del 20 ottobre 2006: Standard & Poor's declassa l'Italia, al Governo Romano Prodi (in carica da pochi mesi, dopo i 5 anni di Berlusconi). La notizia viene sparata in apertura, a titoli cubitali, e riempie le prime tre pagine del quotidiano, al grido di "Dai Fiaschi ai Fischi, governo inadeguato", "Le agenzie retrocedono Prodi in serie B", "Berlusconi licenzia Prodi: se ne vada, prima di fare altri danni"   Il Giornale del 21 settembre 2011 : Standard & Poor's declassa l'Italia, al Governo Silvio Berlusconi. La notizia, che ieri apriva le prime pagine di tutti i quotidiani italiani, dal Sole 24 Ore al Manifesto, passando per il Corriere della Sera e Repubblica, scompare dalla prima pagina del quotidiano della famiglia Berlusconi. Tramite " non leggere a questo blog ". Grazie a Chiara B . per la segnalazione. DoppiaM

“Quei giovani incapaci di reagire”

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E mentre ancora si piangono i morti,  un articolo che lascia sgomenti. Come abbiamo visto, nei giorni scorsi, quelli de “Il Giornale” hanno provato ad attribuire la responsabilità degli attentati di Oslo all’Islam: hanno addirittura mandato in edicola due prime pagine diverse. Ieri Feltri ha rincarato la dose con l'editoriale dal titolo “Quei giovani incapaci di reagire”. La tesi è semplice quanto vigliacca.   Come è possibile, si chiede Feltri, che i 500 giovani presenti sull’isola di Utoya non siano riusciti a fermare  la carneficina? Potevano, secondo Feltri, lanciarsi sull’attentatore cosicché “alcuni di sicuro sarebbero stati abbattuti ma non tutti” . Insomma, secondo Feltri, il problema è che ciascuno ha pensato “a salvare se stesso illudendosi di spuntarla” . Praticamente la colpa è delle vittime, di quei giovani che non hanno voluto “identificarsi con gli altri” : incapaci ed egoisti e anche un po’ rammolliti. Si può cadere più in basso di così? Feltri, sia cora

La Norvegia e la vergogna dei quotidiani della destra italana

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Mentre tutto il mondo segue con apprensione le notizie dalla Norvegia, dove la cifra di oltre 90 ragazzi morti è purtroppo destinata ad aumentare, in Italia i giornali della destra non hanno perso l'occasione per una vergognosa speculazione. Ieri le prime pagine de Il Giornale e di Libero erano tutte dedicate all'ipotesi che ci fosse dietro la responsabilità del terrorismo islamico . Qui e qui le prime pagine dei due giornali, una poi è stata ribattuta , ma non è stato modificato l'editoriale, come ha raccontato L'Inkiesta . La tesi doveva essere chiara: approfittare del dramma norvegese per ribadire ancora una volta che è sempre colpa del terrorismo islamico. Dopo la confessione del giovane dell'ultradestra, ci si aspettava le scuse dei due direttori. E invece no. Oggi Belpietro su Libero cerca di giustificarsi, mentre Il Giornale scrive che la causa è la reazione razzista al multiculturalismo . L'editoriale di Magdi Cristiano Allam su Il Giorn

Il pieno di cultura...

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Per prepararci ai prossimi giorni dove vedremo scaricata sui radical chic (chissà poi cosa vorrà dire di preciso) la responsabilità dell’aumento delle accise della benzina (disposta dal governo, ovviamente) proponiamo la lettura di un articolo di Matteo Orfini (responsabile cultura del PD) di analisi e proposte al neo ministro dei Beni Culturali, Giancarlo Galan, nominato due giorni fa. "La cultura ha un nuovo ministro e qualche risorsa in più. Tutto risolto? Non è così. I motivi di allarme sono parecchi. La prima preoccupazione che dovrebbe avere il ministro è per gli effetti di una odiosa tassa sulla benzina utilizzata per coprire il reintegro delle risorse. Non c’è in quella decisione solo la dimostrazione che al Tesoro teorizzano risparmi e promuovono sprechi. Per evitare l’ennesima tassa, sarebbe sufficiente cancellare il condono sulle quote latte. C’è qualcosa di più, tipico della Weltanschauung di Tremonti: rompere la solidarietà tra mondo della cultura e opinione p

Precisazione

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Abbiamo parlato dell'occasione sprecata ieri alla Camera quando è stato approvato, a colpi di fiducia, il quarto decreto di attuazione del federalismo. Al post sono seguiti alcuni commenti dei lettori. Tra i commenti dei lettori del blog un anonimo evidenzia: "Il segretario del Pd gongola dicendo di aver raccolto più di dieci milioni di firme. Ma sul sito ufficiale del Pd c'è scritto un milione e non c'è nessun controllo sulla veridicità dei dati forniti da chi partecipa. Noi abbiamo fatto la prova...Sarà pure, ma sfogliando la lista dei firmatari della petizionesi scoprono nomi illustri: Fidel Castro, Gheddafi, Moana Pozzi, Himmler, Wojtyla, Vittorio Emanuele di Savoia, Giuseppe Garibaldi e lo stesso Berlusconi, desideroso di aiutare Bersani nell'intento di farlo dimettere. Cliccando sull'invito a vergare le dimissioni del premier si scopre poi una totale assenza di controlli" Questo stralcio è tratto da un articolo de Il Giornale . Bene, pecc