Il decreto repressione

Nella notte la maggioranza di governo ha approvato a colpi di fiducia il nuovo Decreto Sicurezza, tagliando tutta la discussione in Parlamento e sopprimendo il confronto democratico

È solo l'ultimo passo di un iter parlamentare completamente forzato: l'iniziale ddl è stato convertito a decreto legge e in commissione è stata posta una doppia "tagliola" per insabbiare le divisioni interne alla maggioranza e zittire le voci discordanti

Il voto è stata questione di fiducia numero 89 del Governo Meloni, un record assoluto nella storia italiana. 

Nessuna necessità, nessuna urgenza: l'unica urgenza era la propaganda del governo

Introducono 14 nuovi reati e molti aumenti di pena, inasprendo il codice penale senza investire un euro in prevenzione. 
Questo non produrrà sicurezza per nessuno

Le pene assolutamente sproporzionate mirano a criminalizzare categorie specifiche: chi esprime dissenso, poveri, migranti, detenuti, detenute madri... 

Colpiscono le fasce più vulnerabili della popolazione, in particolare migranti e persone in situazione di povertà, senza intervenire sulle cause del disagio sociale e della marginalità
Una propaganda dai costi sociali altissimi che pagheranno i più deboli.

Anche l'industria della canapa industriale viene colpita duramente, rendendo illegale la produzione, vendita e possesso
Una mossa basata interamente su una perversione ideologica
In questo modo infatti oltre 30mila lavoratori prenderanno il proprio posto di lavoro, mandando in fumo milioni di euro di entrate per lo Stato e favorendo ancora una volta le attività mafiose

Sia l'ONU che l'OCSE hanno criticato il decreto Sicurezza, definendolo un attacco alla libertà di protesta e ai diritti umani

Vogliono raccontarci che la sicurezza si fa intervenendo sul codice penale: non è così.
La sicurezza si fa investendo sulla prevenzione, puntando sugli enti locali, interventi sociali e riqualificazione urbana.  

Tutto questo non farà altro che appesantire il sistema carcerario già in crisi, rendendo le strutture ancora più sovraffollate. 

Altro che sicurezza, il decreto Repressione è una vera e propria vergogna di Stato che ci avvicina sempre più alle democrazie illiberali.

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