Il non-luogo

Il non-luogo

Ogni volta si varca la soglia del Cpr di via Corelli a Milano, sorogno le stesse domande: che posto è questo? Siamo in un carcere? No. Qui non c’è nemmeno la polizia penitenziaria, eppure ci sono sbarre, recinzioni, cancelli. Qui dentro ci sono anche persone che non hanno commesso alcun reato, eppure sono trattenute, sorvegliate. 

Potrebbe sembrare una caserma, con il rigore delle uniformi e i militari a fare da guardia. Ma manca la disciplina di un ordine riconosciuto, sostituita da un’attesa sospesa, da un senso di smarrimento collettivo. 

È un luogo che esiste, ma che non dovrebbe esistere. Un vuoto morale, un limbo costruito su procedure che dimenticano l’umanità

Sabato i Consiglieri regionali del PD Pierfrancesco Majorino e Paolo Romano sono tornati nel Cpr di via Corelli. Nulla è cambiato. Non giriamoci intorno: è un luogo della vergogna, come quello in Albania, fortemente voluto da Meloni e Salvini, che continua a essere un clamoroso spreco di denaro pubblico. 

Cpr sta per "Centri di permanenza per i rimpatri", ma meno del 50% delle persone viene effettivamente rimpatriato. Una struttura inutile e dannosa: inefficace nei rimpatri, disumana per chi la subisce.

Per noi, non c’è alternativa: il Cpr di via Corelli va chiuso.

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