Autonomia differenziata, un modello fallimentare
Ieri la Corte di Cassazione ha riconosciuto la validità alla richiesta di referendum abrogativo sulla legge di autonomia differenziata richiesta con forza dalle opposizioni, dalle parti sociali e dal mondo produttivo.
Nel mentre il Presidente Fontana tenta di spacciare le motivazioni della Cassazione come una vittoria, ma la realtà è ben diversa.
Questa legge non rafforza i territori, li indebolisce: mette a rischio la competitività della Lombardia e crea nuovi ostacoli per enti locali e imprese, aumentando la burocrazia e scaricando maggiori responsabilità senza fornire le risorse necessarie per gestirle. Il risultato? Comuni lasciati soli, cittadini con meno tutele e servizi pubblici essenziali come scuola, sanità e trasporti sempre più fragili.
Mentre il Paese ha bisogno di un’amministrazione più snella ed efficiente, la legge Calderoli propone un’autonomia che frammenta le competenze, lontana dall’Europa, che rallenta i processi decisionali e limita la capacità dei territori di attrarre investimenti. È una visione che isola invece di unire, che complica invece di semplificare.
Noi del Partito Democratico ci opponiamo a questo modello che reputiamo fallimentare. Confrontiamoci su un’autonomia cooperativa e solidale, che riduca la burocrazia, garantisca risorse adeguate agli enti locali e migliori i servizi per cittadini e imprese.