Il caso Vannacci manda in tilt il governo

La notizia del giorno, nel campo della destra, è la sospensione dall’incarico per undici mesi applicata dal ministro della Difesa Guido Crosetto nei confronti del generale Roberto Vannacci. La vicenda è ormai tristemente nota: Vannacci ha scritto un libro pieno di frasi aberranti, omofobe, sessiste e xenofobe. E le motivazioni del provvedimento disciplinare – che prevede anche detrazione di anzianità e dimezzamento dello stipendio – sono state rese note dall’avvocato dell’ufficiale, Giorgio Carta. 

“La sanzione stigmatizza le circostanze della pubblicazione del libro ‘Il mondo al contrario’ che avrebbe asseritamente denotato ‘carenza del senso di responsabilità’ e determinato una ‘lesione al principio di neutralità/terzietà della Forza Armata’, ‘compromettendo il prestigio e la reputazione dell’Amministrazione di appartenenza e ingenerando possibili effetti emulativi dirompenti e divisivi nell’ambito della compagine militare'”. 

Una (triste) storia che potrebbe finire qui, visto il polverone che ha scatenato la pubblicazione del libro di Vannacci e il giusto intervento del Ministero della Difesa. E invece no, il caso sta montando. Non tanto perché il generale ha annunciato che farà uno scontato ricorso, quanto più per le conseguenze politiche del provvedimento. Vannacci, come noto, è molto lusingato dal flirt della Lega, che vorrebbe candidarlo alle elezioni europee. 

Inevitabile, quindi, che il leader della Lega (nonché ministro dei Trasporti e vicepremier) Matteo Salvini decida di dedicare il suo contributo giornaliero alla causa del generale, ovviamente attraverso i suoi canali social: “Un’inchiesta al giorno – tuona Salvini – siamo al ridicolo, quanta paura fa il generale? Viva la libertà di pensiero e di parola, viva le Forze Armate e le Forze dell’Ordine, viva uomini e donne che ogni giorno difendono l’onore, la libertà e la sicurezza degli Italiani”. 

Insomma, un post d’ordinanza. Peccato che però in questo caso non si tratti di un’inchiesta (che pure non mancano a carico del generale), ma di un provvedimento disciplinare comminato da uno dei più importanti ministeri del governo di cui Salvini è vicepremier, guidato dal suo alleato Guido Crosetto, uno degli uomini più vicini alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. 

In giornata è arrivata la replica piccata dello stesso Ministro: “Uscirà una nota della Difesa che spiega ai non pratici in materia che parliamo di procedimenti partiti mesi fa, e che avvengono in modo automatico e che sono totalmente esterni dall’input dell’autorità politica perché partono da un’autorità tecnica. Una volta che tutte le informazioni saranno disponibili, magari i commenti saranno più appropriati. Per quanto mi riguarda tra un po’ finirò le guance da porgere”. 

Insomma, ormai nel Governo è tutti contro tutti. La destra è già dentro ad una sanguinosa campagna elettorale interna. Il problema, però, è che nel mentre dovrebbero governare insieme un Paese. E lo stanno facendo poco e male.

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