La risorsa dei centri antiviolenza
In questi giorni in cui,
purtroppo, il problema della violenza sulle donne mostra ancora tutta la
sua urgenza, si rende necessario una volta di più dedicare uno spazio di
riflessione su questa questione ancora lontana da una soluzione definitiva.
Anziché fermarci sull’aspetto di semplice, e sacrosanta, denuncia del fenomeno preferiamo
oggi mettere in luce una delle risposte più forti fra quanto è stato
fatto per affrontare il problema: parliamo dell’importanza dei centri
antiviolenza, spazi pensati non solo come possibilità di protezione dopo la
denuncia delle violenze, ma anche come occasione di rinascita e di riappropriazione
di dignità per chi ha subito ferite che vanno in profondità nello spirito.
Realtà che si diffonde in tutta
Europa già alla fine degli anni Settanta, approdo fra i più concreti del
pensiero femminista; in Italia, dalla prima casa delle donne a Bologna nel
1989, se ne contano oggi 160, una di queste anche a Brugherio: queste
sono le uniche strutture dove le donne in fuga con i loro figli possono trovare
rifugio, una rete di luoghi non istituzionali basati sul volontariato, dove le
donne aiutate da altre donne ritrovano la forza di camminare nella vita.
Il primo aspetto fondamentale per chi si rivolge a queste realtà sta
nell’ottenere finalmente ascolto e credito, cosa che alle volte latita nei
commissariati o nelle caserme. Il secondo elemento sta nella possibilità di un
confronto fra donne che vengono da esperienze simili, elemento fondamentale
perché ottengano non solo una situazione di sopravvivenza, ma una riappropriazione
della loro vita, un ritrovare la propria esistenza nelle loro mani.
L’importanza di ricordare in
questi momenti l’esistenza di queste realtà sta nel mostrare non solo come ci
siano per fortuna anche vicende dall’esito positivo o rivendicare con orgoglio
questi passi in avanti per il tasso di civiltà del nostro Paese, ma soprattutto
per mostrare a chi è in difficoltà l’esistenza di spazi a cui rivolgersi per non
dover affrontar in solitudine le proprie battaglie e per ribadire il nostro
impegno nel continuare questo percorso che può e deve arricchirsi di
ulteriori risposte.