Sulla Festa de l'Unità del parco di Monza che si è conclusa lunedì.
lunedì sera, tra le risa per il bellissimo spettacolo del Terzo Segreto di Satira, si è conclusa la seconda edizione della Festa de L'Unità provinciale del Parco di Monza.
Al bar dei Giovani democratici, che resistono sempre fino alla fine e hanno prolungato la festa fino a notte fonda, abbiamo brindato a quello che insieme in tanti avevamo fatto, e nell'occasione ci siamo sentiti di dirci alcune cose: è stato possibile anche quest'anno fare la Festa provinciale perché come ci sono molti di noi rigorosi e precisi, che amano programmare e tenere tutto sotto controllo, ce ne sono altri che improvvisano e corrono.
Probabilmente, per fare quello che facciamo servono entrambi gli atteggiamenti, perché come è necessaria la precisione, allo stesso tempo è necessaria l'intuizione e un po' di audacia. Evidentemente, le categorie di "pessimismo della ragione" e "ottimismo della volontà" funzionano anche per le feste, e funzionano bene visto il risultato di ieri.
La seconda cosa è una bellissima lezione che ho voluto condividere imparata al circolo di Brugherio rispetto alle Feste: per quanto spesso le forze sono insufficienti, per quanto spesso servirebbero più persone e più impegno, bisogna imparare a impiegare quello che si ha, perché meglio una disponibilità di un'ora soltanto che una assenza: dopodiché, se le cose girano, le persone che vengono a lavorare ci sono, perché se le Feste che facciamo non sono anche momenti di aggregazione tra di noi, non sono evidentemente Feste. Questo non vuole tacere i problemi e le cose da migliorare, ma vuole cercare di metterli in una luce più allegra, come ci ha ricordato Cervetti alla presentazione del suo libro.
Tutto questo per ringraziare l'impegno dei volontari, della Federazione provinciale, di Villasanta, di Monza, e dei Giovani democratici: e per ringraziare in particolare (a fare i nomi si rischia sempre di commettere gaffe per dimenticanze clamorose, ma in questo caso sarebbe più ingiusto non farlo!) Margherita, Miriam, Massimo, Guido, Laura, Carlo e Daniele, Maurizio, Alessandro, Patrizia, Sandro e i limbiatesi, Michelangelo e i cornatesi, Cristina, Lorenzo, Vincenzo, gli instancabili venditori di biglietti (ricordiamoci del Pd di Arcore!), i volontari al bar, all'enoteca e a sparecchiare i tavoli, le persone al banchetto del sì e del PD, i relatori e i moderatori ai dibattiti, i guardiani notturni e diurni, e i partecipanti tutti alla Festa.
Se eri presente, questa è l'occasione per risentire da sobrio le stesse cose.
Se invece eri già andato via, che possa essere un prolungamento del brindisi finale.
Pietro Virtuani
La seconda cosa è una bellissima lezione che ho voluto condividere imparata al circolo di Brugherio rispetto alle Feste: per quanto spesso le forze sono insufficienti, per quanto spesso servirebbero più persone e più impegno, bisogna imparare a impiegare quello che si ha, perché meglio una disponibilità di un'ora soltanto che una assenza: dopodiché, se le cose girano, le persone che vengono a lavorare ci sono, perché se le Feste che facciamo non sono anche momenti di aggregazione tra di noi, non sono evidentemente Feste. Questo non vuole tacere i problemi e le cose da migliorare, ma vuole cercare di metterli in una luce più allegra, come ci ha ricordato Cervetti alla presentazione del suo libro.
Tutto questo per ringraziare l'impegno dei volontari, della Federazione provinciale, di Villasanta, di Monza, e dei Giovani democratici: e per ringraziare in particolare (a fare i nomi si rischia sempre di commettere gaffe per dimenticanze clamorose, ma in questo caso sarebbe più ingiusto non farlo!) Margherita, Miriam, Massimo, Guido, Laura, Carlo e Daniele, Maurizio, Alessandro, Patrizia, Sandro e i limbiatesi, Michelangelo e i cornatesi, Cristina, Lorenzo, Vincenzo, gli instancabili venditori di biglietti (ricordiamoci del Pd di Arcore!), i volontari al bar, all'enoteca e a sparecchiare i tavoli, le persone al banchetto del sì e del PD, i relatori e i moderatori ai dibattiti, i guardiani notturni e diurni, e i partecipanti tutti alla Festa.
Se eri presente, questa è l'occasione per risentire da sobrio le stesse cose.
Se invece eri già andato via, che possa essere un prolungamento del brindisi finale.
Pietro Virtuani