Candy conferma 300 esuberi: il commento del Segretario del PD Brugherio

Foto ilcittadinomb.it
Come vi abbiamo anticipato la scorsa settimana, lunedì mattina i dipendenti di Candy si sono rifiutati di svolgere il regolare turno di lavoro riversandosi in strada e bloccando il traffico, in segno di protesta contro i 300 esuberi confermati dal CEO dell'azienda, Beppe Fumagalli, negli scorsi giorni in un incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico.
Confermati perché il braccio di ferro fra sindacati e amministrazioni e la dirigenza della multinazionale che ha sede in Brugherio si prolunga da oltre un anno, dimostrazione che l'azienda non ha nessuna intenzione a rivedere il proprio piano industriale (come a parole NON dicono i dirigenti), illustrato il 23 giugno del 2015 in un incontro in Confindustria dove, gli esuberi annunciati furono 340 (310 operai e 30 impiegati).
Ma ripercorriamo tappa per tappa, per capire come siamo arrivati a questa situazione:
l'11 marzo dell'anno scorso, presso il Duomo di Monza è stato dato l'ultimo saluto a Peppino Fumagalli, storico fondatore del colosso e i più 'esperti' già lo preannunciarono che da quel momento le cose sarebbero state sempre più in salita infatti, il 'vecchio' Fumagalli si ritrovò spesso in discussione coi figli e nipoti (soci) perché intenzionati a lasciare a casa operai ma lui si impose dicendo che, fino a quando ci sarebbe stato lui, nessuno sarebbe rimasto a casa.
Tutto come previsto!
Il 23 giugno l'annuncio "tanto atteso" e il 30 il primo sciopero dei lavoratori davanti ai cancelli, dove si palesò anche il sindaco Marco Troiano, assumendosi personalmente l'impegno di creare una rete fra le amministrazioni dei comuni di provenienza dei lavoratori e di portare la questione a Roma, al Ministero, qualora la proprietà non sarebbe stata disponibile a rivedere il piano industriale.
Meno di un mese dopo, il 24 luglio in Sala Consiliare, si riuniscono il sindaco Troiano, alcuni colleghi dei comuni limitrofi, il Presidente della provincia, Gigi Ponti e delegati sindacali; nel frattempo la questione approda anche in Parlamento grazie ad alcune interrogazioni di eletti locali.
Il mese successivo la svolta: nel cuore delle ferie, 30 dipendenti vengono fatti rientrare dai luoghi di villeggiatura per un ordine imprevisto che doveva essere rigorosamente 'Made in Brianza'.
A Settembre 2015 un'ulteriore fiamma di speranza: dalla Russia arriva un ordine di 10mila lavatrici, di un modello che generalmente è prodotto in Asia ma quello stabilimento non in grado di evadere l'ordine.
A settembre la IV Commissione consiliare di Regione Lombardia, in seguito ad un'audizione con i dipendenti, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, del Comune di Brugherio e della Provincia, chiede un incontro tra i vertici dell'azienda e l'Assessorato Attività Produttive, che arriverà nel mese successivo. Nel frattempo in Confindustria a Monza vengono concordati altri due anni di contratto di solidarietà, valevole a partire dal 14 ottobre 2015.

Il 12 ottobre la città di Brugherio si mobilita e organizza una fiaccolata in sostegno ai dipendenti a rischio, dallo stabilimento di via Eden Fumagalli al Municipio. Da lì a pochi giorni al MISE a Roma, si riuniranno i sindacati, il Sindaco di Brugherio Marco Troiano e il deputato PD Roberto Rampi. Esito dell'appuntamento: Governo pronto a spalancare porte se l'azienda presenterà un «piano industriale serio».
Comincia il 2016 e proseguono gli incontri fra lavoratori e dirigenza ma giovedì di due settimane fa, il Ceo di Candy, Beppe Fumagalli presso il MISE non ha dato spiragli di apertura confermando i 300 esuberi annunciati.

Il Partito Democratico di Brugherio, nella persona del segretario di circolo Carlo Livorno, ribadisce ancora una volta la sua vicinanza ai lavoratori Candy e continua a non comprendere la decisione dell'azienda di mantenere i 300 esuberi benché tutte le istituzioni, si siano prodigate a dare il proprio appoggio all'azienda per un piano industriale con degli investimenti seri per mantenere una produzione di qualità sul sito di Brugherio.    

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