L'analisi del voto del segratario Matteo Renzi
Intendiamoci. Il PD rimane saldamente in testa, i suoi candidati stanno intorno al fatidico 40% in molte città, siamo l'unico partito nazionale. Cinque Stelle che canta vittoria governa in appena 17 comuni (compresi espulsi, sospesi e disconosciuti) su ottomila, cui vanno aggiunti altre quattro municipalità ieri. Il movimento di Grillo e Casaleggio è andato al ballottaggio in venti comuni sui 1.300 in cui si votava.
La Lega crolla, Salvini sta sotto il 3% a Roma ed è doppiato da Berlusconi a Milano, doppiato!
Forza Italia esiste ancora e ottiene risultati positivi a Napoli, Milano, Trieste. Ma scompare da Cagliari a Torino, da Bologna a Roma. La sinistra radicale che per mesi ci ha spiegato come funzionava il mondo non entra in partita né a Roma, né a Torino dove aveva scommesso tanto.
Ma una volta che abbiamo fatto questa lunga analisi del voto, per me cambia poco perché non è che “mal comune mezzo gaudio”: continuo a non essere contento.
A Napoli città il PD praticamente non c'è dal 2011: finita la fase del ballottaggio proporrò alla direzione un commissariamento coraggioso. A Roma Giachetti ha fatto mezzo miracolo a riportarci al ballottaggio: non escludo che riesca a fare anche l'altro mezzo, ma deve recuperare dieci punti di svantaggio. Olimpiadi, sicurezza, capacità di guidare una macchina complessa come il Comune di Roma: se la giocheranno su questo. Temi amministrativi, insomma, non di politica nazionale.
Che non sia un dato nazionale, del resto, si vede chiaramente dalla geografia: zone anche limitrofe vedono risultati molto diversi. È ovvio. Gli italiani sanno votare, sono liberi, scelgono di volta in volta. Fanno zapping in cabina elettorale perché non è più tempo di indicazioni dall'alto dei partiti. E quindi può accadere di tutto, come in realtà è accaduto a questo primo giro.
Dunque: onore ai sindaci eletti al primo turno, in bocca al lupo a chi corre per il secondo giro e un caloroso abbraccio a chi continua a urlare “Ho vinto!” anche quando la realtà dice un'altra cosa. Ma proprio perché non sono come gli altri a me la scenetta di dire che “abbiamo non perso” non è mai riuscita e non riuscirà mai.
Possiamo e vogliamo fare meglio, lo faremo. Punto.
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