La riforma della Costituzione ci porta verso una deriva autoritaria?
Si dice che la riforma costituzionale sia troppo centralista e a deriva autoritaria, e lo si afferma in particolare associandola alla riforma elettorale. Va innanzitutto detto che la riforma elettorale non è materia contenuta nella riforma costituzionale ma, appunto, una legge parlamentare che può essere moodificata quando si vuole: si tratta di due percorsi diversi. Il SI' alla riforma costituzionale non influisce sulla legge che già a suo tempo è stata votata dal parlamento.
Va poi precisato che i poteri del Presidente del Consiglio non vengono minimamente modificati nè questi ha la facoltà di sciogliere il parlamento, decisione che resta sempre nelle mani del Presidente della Repubblica.
Gli stessi 56 costituzionalisti che hanno firmato il manifesto per il NO, nelle premesse hanno dichiarato di non essere preoccupati per la tenuta della democazia, di non temere alcuna deriva autoritaria ma di mettere in discussione altri punti.
Questa riforma ha una serie di "contrappesi" a garanzia della democrazia, come hanno anche affermato i 184 professori e costituzionalisti che hanno firmato il manifesto per il SI' (tra cui Bassanini, Treu, Vassallo).
Ne elenco alcuni:
- la corte costituzionale, le cui garanzie rimangono immutate;
- la funzione del Presidente della Repubblica che rimane una figura di garanzia. A lui compete la decisione di sciogliere le camere e di nominare sia i ministri che il presidente del consiglio dei ministri nonchè la firma di convalida sulle leggi. Inoltre, permane un quorum elevato e qualificato per la sua elezione;
- l'indipendenza della magistratura: nel nostro ordinamento, infatti, il potere esecutivo non ha alcun ruolo nell'esercizio dell'azione penale e questo è una grande garanzia per i cittadini;
- la possibilità del refendum abrogativo, non presente in tutti i paesi, che consente ai cittadini di poter abrogare una legge, se hanno raggiunto il numero di firme necessarie;
- un sistema di libertà di stampa e di espressione che contribuisce a garantire la permanenza di un regime democratico.
Melina Martello, Presidente del Consiglio comunale di Brugherio.