Scuola: più autonomia. Bisogni universali, risposte differenziate. E più comunità.
Qual'è il cuore del provvedimento? Dare risposte differenziate a bisogni universali. I bambini, i ragazzi sono tutti diversi. Una scuola che sia davvero ascensore sociale, che non sia preda del nozionismo, che non sia un luogo dell'omologazione è una scuola che prevede risposte diverse per persone diverse, a ciascuno secondo il suo bisogno e da ciascuno secondo le sue capacità.
Questa è la scuola dell'autonomia, dove orari, materie, metodi si differenziano, dove raggiungere un obiettivo universale di crescita umana e personale, valorizzando i talenti dei ragazzi a partire dalle capacità dei docenti.
Per fare questo il provvedimento mette risorse, per la prima volta dopo decenni. Risorse materiali, risorse umane, risorse procedurali. Slega i lacci e i lacciuoli della burocrazia, costruisce una scuola più del territorio e meno del Ministero. E investe 3 miliardi sulla scuola, 200 milioni per la valorizzazione dei docenti e 5 miliardi per edilizia scolastica.
Si è parlato molto dei nuovi poteri del dirigente scolastico, meno delle nuove opportunità, del ritorno della cultura, dell'arte, del cinema, della musica nella scuola. Delle nuove opportunità per gli studenti.
Abbiamo rafforzato la collegialità, perché a scegliere non sia il Preside, ma il Preside come rappresentante di un'intera comunità educante. Non uno sceriffo ma un direttore d'orchestra.
Al centro del provvedimento la continuità didattica, strumento fondamentale per la crescita umana dei ragazzi, chiudere l'era dei continui cambi di insegnanti durante l’anno.
Siamo di fronte ad un investimento che riguarda le future generazioni, dalla crisi - economica, morale, civile - si esce solo con più cultura, più scuola, più crescita culturale.
Il provvedimento sulla scuola rappresenta una svolta perché riporta risorse dopo molti anni su quello che per noi è il settore chiave della ripartenza del Paese. Il nostro lavoro di queste settimane in Commissione e in Aula si è concentrato su miglioramenti importanti rispetto all'equità, alla collegialità, al pluralismo.
Il punto di partenza, dopo anni di tagli penalizzanti dei governo di centrodestra, sono i 4 miliardi di investimento l'anno a favore della scuola. Con l'assunzione di 100.701 precari nelle scuole, a partire dal prossimo anno scolastico, vengono stabilizzati oltre 50 mila insegnanti oggi precari, cui si aggiungono altri 50 mila insegnanti in più rispetto all'attuale organico di fatto (in media 5 insegnanti in più in ogni istituto) che costituiscono il nuovo organico dell'autonomia, ed altri 60.000 sul triennio per un totale di oltre 160.000. Successivamente i concorsi triennali permetteranno altre migliaia di immissioni in ruolo per coprire il turn over. Finalmente le scuole avranno un organico funzionale stabile.
On. Roberto Rampi
Commissione Cultura, Ricerca, Istruzione
Camera dei Deputati
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