Addio alla Form, ma non al Lavoro

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Vorrei condividere con voi questa lettera scritta dal Vice Sindaco PD di CormanoFabrizio Vangelista, dedicata all'azienda dove, fino a poche settimane fa, io, Carlo Livorno, ho passato dodici anni della mia vita professionale. Ci sono stato ancora ieri ed è una tristezza vedere lo stabilimento vuoto e silenzioso con più di 60 anni di storia alle spalle nella pressofusione e che ha prodotto parti motore per le più grandi case automobilistiche europee:

"  Negli ultimi dieci anni in via del Lavoro ho visto chiudere due grosse fabbriche. Prima se n’è andata la Nexans, che faceva i fili di rame. Poi, lentamente, inesorabilmente, è stata la volta della Form, che faceva pressofusione. In dieci anni un altro pezzo di mondo produttivo di Cormano si è liquefatto. Stroncato dalla crisi, dai mercati globali, dalle scelte discutibili di tanti speculatori truccati da imprenditori, forse incapaci di affrontare le sfide del cambiamento.
Per fortuna i lavoratori della Form sono in salvo. Alcuni andranno in pensione, altri saranno “assorbiti” negli altri stabilimenti del gruppo Albertini, che nel frattempo è subentrato ai precedenti imprenditori, rinunciando tuttavia ad  acquisire il sito produttivo di Cormano, finito all’asta.
Resta lo stabilimento vuoto. Un guscio silenzioso. Non ci siamo abituati a Cormano al silenzio. Per decenni e decenni la fabbrica di via del Lavoro non si è fermata un minuto. Rumori di ferraglia a malapena contenuti dal cemento delle pareti. Fiumi di vapori eruttanti dai tetti. La fabbrica sbuffava, tossiva, sputava odoracci a ciclo continuo. Gli operai non si fermavano neanche la notte. Rumore, odore, alba, tramonto. Rumore e odore. La fabbrica odiata, detestata. Tollerata, preziosa, insostenibile carta d’identità del nord Milano, ma irrinunciabile.
Siamo stati vicini agli operai per anni, nelle loro lotte per tenersi il posto di lavoro li, nello stabilimento in via del Lavoro. Ora non c’è più nulla. Una grande fabbrica vuota, accanto ad un’altra fabbrica vuota. Un’area che ha fatto la storia del lavoro e dell’occupazione del nostro territorio che resta deserta, proprio mentre ci dicono che il Paese dovrebbe già essere ripartito.
Continuo a credere che i luoghi della produzione (rinnovati, funzionali al futuro, nel rispetto dell’ambiente)  siano ancora centrali per la crescita. Come via del Lavoro che va riprogettata nel solco della produzione industriale ed artigiana. E mi auguro che se ne possa parlare, aprire una discussione utile per attrarre, portare, rigenerare, ancora una volta, il lavoro, l’impresa, la ricchezza, dalle nostre parti."
Fonte: www.fabriziovangelista.it

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