Pierluigi Bersani. La persona, il politico.


Oggi Stefano Menichini, direttore di Europa, parla del nostro ex segretario, invitando ad una distinzione che deve essere sempre presente tra personale e politico, tra pubblico e privato.

Un leader politico è per definizione una personaggio controverso, sulla cui persona e attività ci si divide. Quando per accidente gli capita qualcosa di doloroso, qualcosa che colpisce direttamente la persona, è normale che ogni polemica lasci il campo a solidarietà, affetto, incoraggiamento.
A Bersani capita qualcosa di più, qualcosa di diverso. Perché in effetti lui ha qualcosa di diverso. Chiunque lo abbia frequentato ne ha ricavato la stessa impressione: il tasso di umanità che mette nel suo lavoro è altissimo, come il disinteresse personale e il gusto di stabilire relazioni non artificiose. Il mestiere del politico non rende migliori le persone, casomai l’opposto: a Bersani non è successo. E questo nel circo della politica lo sanno tutti: ecco perché nei saluti di questi giorni si avverte una nota più profonda rispetto alla “normale” partecipazione.
«Bersani ha avuto un pregio: quello di apparire umano»: Beppe Grillo l’ha detto tardi, l’ha detto anche per paura di venir confuso con i suoi selvaggi fan, e non l’ha detto bene perché Bersani non appare bensì è. Ma insomma, la sostanza l’ha colta anche Grillo.
Chiaro che l’umanità non cancella le asprezze del mestiere. Asprezze che proprio Bersani negli ultimi mesi ha subìto e praticato, e che tornerà a praticare presto, al ritorno in attività. Del resto così continuerà a essere la lotta politica, anche nel Pd, quando queste ore di pausa saranno svanite: dura, amara, antipatica a volte. Perché è nella sua natura.
Eppure non sarebbe male se chi decide di fare questo lavoro spesso sgradevole fosse capace di rimanere una persona invece gradevole, simpatica e sincera. Come è Pier Luigi Bersani. 



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