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Si può criticare Grillo?

Magari si sfalderà presto, magari cavalcherà il malcontento dei tempi. Però le parole, i modi, assunti sul blog di Beppe Grillo si stanno facendo sempre più pericoloso.
Giornalisti che criticano il movimento pubblicati sul sito dove vengono inondati di insulti inominabili, sulla simpatica rubrica "Giornalista del Giorno". Deputati invitati a farsi da parte, in nome di una legge elettorale che non rende abusivi esclusivamente i deputati di Pd e Sel, ma tutti, anche quelli del M5S (il Pd, oltrettutto ha fatto delle parlamentarie per allentare gli effetti del Porcellum).
E così via.

Per rendere l'idea di ciò che questo significa, Francesco Merlo, storica firma delLa Repubblica, ha scritto un articolo che merita la lettura, per dare bene l'esempio di ciò che significa avere a che fare col fuoco di fila che il Blog di Grillo canalizza.

alla fine non ridevo più quando gli insulti si moltiplicavano, trecento, quattrocento, cinquecento, seicento ..., provocandomi un magone d'impotenza. Ho capito infatti che io non c'entravo nulla, che avevano fatto di me un totem, un bersaglio; che io, per un giorno, ero il giornalismo, e proprio nel senso della fatica dello spirito critico che loro tanto odiano. Non potevo fare niente, neppure quello che ti viene in mente subito, come andare dai carabinieri a denunziare la minaccia, la diffamazione, la violenza privata, reati di varia gravità che sulla rete sono impuniti.

Non sono neppure riuscito a incollerirmi, non c'era nessuno contro cui reagire. Mai però ho avuto così chiaro che Grillo e Casaleggio non sono stati ancora circoscritti e bene identificati. È vero che non sono Alba dorata ma, in un certo senso, sono peggio perché lì almeno funziona la profilassi ideale e culturale, come è sinora accaduto in Francia con Le Pen. Mentre qui c'è una complicità diffusa e una sottovalutazione, come fossero solo troll del web e non teppisti pericolosi, goliardi ingenui e non eversori malati, comici e non drammatici. Grillo non è un nuovo sessantotto, i grillini non sono i figli sulle barricate contro i padri. I capi sono miei coetanei inaciditi che innescano, danno fuoco alle polveri e nella black list dove oggi stanno i giornalisti domani metteranno i manager, gli artisti, le figure pubbliche..., sino a quando non arriveranno al vicino di casa.

Ecco perché di notte, mentre gli insulti continuavano a piovere, io ho sognato che quella marcia di tasti diventava un unico boato, un solo grande insulto che tornava finalmente al mittente, come uno sputo controvento.

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