Ventun'anni fa la strage di Via D'Amelio
“di mafia bisogna parlare sempre, ogni giorno, non soltanto il 19 luglio”
Ventuno anni fa il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cusina e Claudio Traina vennero uccisi con un’autobomba in via D’Amelio.
Vogliamo ricordare quest'anno Paolo Borsellino attraverso le parole della donna che accanto a lui ha vissuto quegli anni, sua moglie Agnese. Un modo per ricordare una donna coraggiosa, che col suo silenzio assordante ha continuato a testimoniare il messaggio del marito, fino alla morte avvenuta lo scorso 5 Maggio.
Agnese Piraino Leto, lontana dai riflettori preferiva parlare ai giovani dando messaggi di speranza e di riscatto da quel cancro della mafia che le tolse il marito, l’amico, il padre dei suoi tre figli.
Nel ricordo di Paolo, riproponiamo il testo, scritto proprio un anno fa, da Agnese Borsellino:
"Caro Paolo, da venti lunghi anni hai lasciato questa terra per raggiungere il Regno dei cieli, un periodo in cui ho versato lacrime amare; mentre la bocca sorrideva, il cuore piangeva, senza capire, stupita, smarrita, cercando di sapere. Mi conforta oggi possedere tre preziosi gioielli: Lucia, Manfredi, Fiammetta; simboli di saggezza, purezza, amore, posseggono quell'amore che tu hai saputo spargere attorno a te, caro Paolo, diventando immortale. Hai lasciato una bella eredità, oggi raccolta dai ragazzi di tutta Italia; ho idealmente adottato tanti altri figli, uniti nel tuo ricordo dal nord al sud - non siamo soli. Desidero ricordare: sei stato un padre ed un marito meraviglioso, sei stato un fedele, sì un fedelissimo servitore dello Stato, un modello esemplare di cittadino italiano, resti per noi un grande uomo perché dinnanzi alla morte annunciata hai donato senza proteggerti ed essere protetto il bene più grande, "la vita", sicuro di redimere con la tua morte chi aveva perduto la dignità di uomo e di scuotere le coscienze. Quanta gente hai convertito!!! Non dimentico: hai chiesto la comunione presso il palazzo di giustizia la vigilia del viaggio verso l'eternità, viaggio intrapreso con celestiale serenità, portando con te gli occhi intrisi di limpidezza, uno sguardo col sorriso da fanciullo che noi non dimenticheremo mai. In questo ventesimo anniversario ti prego di proteggere ed aiutare tutti i giovani sui quali hai sempre riversato tutte le tue speranze e meritevoli di trovare una degna collocazione nel mondo del lavoro. Dicevi: 'Siete il nostro futuro, dovete utilizzare i talenti che possedete, non arrendetevi di fronte alle difficoltà'. Sento ancora la tua voce con queste espressioni che trasmettono coraggio, gioia di vivere, ottimismo. Hai posseduto la volontà di dare sempre il meglio di te stesso. Con questi ricordi tutti ti diciamo 'grazie Paolo'".
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