Allarme attentato per il magistrato Nino Di Matteo
La stagione delle stragi di Cosa Nostra si chiuse, molto probabilmente, con una trattativa che vide coinvolto lo Stato e la Mafia. Lo dicono da tempo molti inquirenti, del pool di magistrati del Tribunale di Palermo.
Tra questi il sostituto procuratore Nino Di Matteo è sempre stato tra i più esposti, in questo senso. La situazione a suo carico si è fatta particolarmente allarmante dall'inizio di luglio, quando un confidente avrebbe svelato alla squadra mobile di Palermo un probabile attentato a suo carico.
Il confidente ha parlato di una riunione fra capimafia di città e alcuni "paesani", in cui qualcuno avrebbe addirittura sollecitato l'esecuzione dell'attentato. In quell'incontro, ha aggiunto il confidente, "si è anche detto che l'esplosivo è già arrivato".
Un confidente attendibile, tanto da far salire il livello di allerta a carico del magistrato al primo livello di rischio.
In Italia, sono solo una ventina le personalità che hanno questa scorta. Con Di Matteo viaggiano adesso tre auto blindate, formato da nove carabinieri (fra Gis e nucleo scorte di Palermo). Sotto l'abitazione del magistrato c'è invece una vigilanza fissa. Altri carabinieri si occupano di "bonificare" le strade e i luoghi più frequentati dal pm.
Una situazione di allerta anche perché strani avvenimenti hanno coinvolto nello stesso periodo altri magistrati del pool, e perché una mobilitazione generale sembra coinvolgere gli ambienti della mafia che si riuniscono sotto la protezione del superboss Matteo Messina Denaro, con un certo numero di boss rampanti pronti a gesti eclatanti per guadagnare visibilità e riaprire una nuova stagione di sangue per il controllo dei traffici mafiosi .
(via Repubblica Palermo)