La situazioni delle carceri: quattro approfondimenti


Abbiamo denunciato spesso dalle pagine del blog la situazioni delle carceri in Italia
Quest'oggi vogliamo segnalarvi una serie di inchieste pubblicate dal quotidiano La Stampa a cura di Michele Brambilla.

La prima tappa del viaggio nelle carceri italiane. Padova, 400 posti e il doppio di persone. 
La vita in galera ha una colonna sonora, specie al mattino: deng, deng, deng... La chiamano «la battitura»: gli agenti picchiano sulle sbarre per capire se qualcuno, di notte, le ha segate. 

Entro nel carcere di Padova con Ornella Favero: è la direttrice di «Ristretti Orizzonti», una rivista fatta con i detenuti, e insieme con Silvia Giralucci organizza incontri fra i carcerati e gli studenti. C’è con noi un ragazzo albanese che si chiama Elton Kalika. Era uno di quelli che stavano dentro. Adesso che è libero, e fa il volontario, è uno di quelli che fa credere nella possibilità di cambiare. All’ingresso ci sono uomini ma soprattutto donne e bambini. Sono i parenti. Aspettano di entrare per il colloquio. Gli agenti perquisiscono tutti, anche i passeggini vengono passati per i raggi x.

Questo carcere si chiama Due Palazzi ed è una casa di reclusione: vuol dire che chi c’è dentro non è in attesa di giudizio: ha condanne definitive superiori ai cinque anni. Ci sono molti ergastolani. Assassini, mafiosi, uxoricidi, spacciatori. È il mondo che crediamo tanto lontano da noi. «Lavoriamo per annullare quella finta distanza che hanno creato tra chi è in carcere e chi è fuori», mi dice entrando Ornella Favero: «Si pensa che sia un problema che non ci riguarda, invece riguarda tutti. Sa una cosa? È quasi paradossale, ma oggi i genitori sono più preparati all’idea che un figlio possa morire in un incidente stradale che non che possa finire in prigione. Invece, basta un attimo».

Questo carcere, per tanti aspetti, è considerato uno dei migliori: qui dentro un po’ di detenuti possono lavorare, ad esempio. Per il resto, il Due Palazzi è l’immagine della situazione generale. Ha una capienza di 400 posti, ma dentro ci sono 920 persone. Le celle erano state concepite per essere tutte singole; poi sono diventate doppie, adesso triple. Ciascuno può contare su 2,85 metri quadrati di spazio. Quaranta detenuti su cento sono stranieri. Ci sono varie sezioni: i comuni, l’AS1 e l’AS3 che sono l’alta sicurezza, i protetti che sono quelli che hanno commesso reati che la legge della galera non ammette (roba di sesso, e collaboratori di giustizia) e che pertanto non devono entrare in contatto con gli altri. È un carcere che ha avuto le sue disavventure: il 14 giugno 1994 Felice Maniero evase da qui uscendo tranquillamente, a piedi, per il corridoio principale. In cortile si vedono, per terra, bottiglie di plastica, giornali, lattine: è la spazzatura che i detenuti buttano dalle finestre per protestare. Contro che cosa? In carcere si protesta per tante cose. «Il sovraffollamento», mi dice Lorenzo Sciacca, un detenuto, «è il problema più grave».

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Qui potete trovare il secondo approfondimento. Sempre A Padova la Cooperativa Giotto
dà un impiego in cella a 120 persone. In tutta Italia sono 800: “Cambiare si può”

Qui il terzo speciale con una riflessione sulla pena dell'ergastolo.

Qui l'intervista al Ministro della Giustizia Cancellieri

Nel frattempo, come ci racconta il Corriere della Sera sempre il Ministro Cancellieri pensa ad un decreto legge per limitare gli ingressi in carcere e favorire le uscite di chi sta scontando l'ultima parte della pena.
Apertura di nuove strutture per poter contare su 4.000 posti entro la fine dell'anno. Il piano carceri messo a punto dal ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri entra nella fase operativa per fronteggiare una situazione drammatica che con l'arrivo del caldo può soltanto peggiorare. E mira a recuperare in totale almeno 10.000 posti. Sono i dati forniti dalla stessa Guardasigilli durante la sua audizione al Senato e aggiornati al 15 maggio scorso, a dimostrarlo: quasi 65.891 detenuti, vale a dire circa 20 mila in più rispetto alla capienza, anche se l'associazione Antigone ne calcola almeno 30 mila. In particolare 24.697 sono in attesa di giudizio, 40.118 condannati e 1.176 internati. Un buon terzo (circa 23 mila) sono stranieri.
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DoppiaM

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