A rischio il 114 dedicato all'emergenza infanzia
A lanciare l'allarme è stato Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro: il 114, il numero di emergenza minori, gestito proprio da telefono azzurro, è a rischio chiusura.
La causa della chiusura? L’ultimo avviso pubblico bandito a maggio dal Dipartimento per le Pari Opportunità per la gestione del servizio non lascia dubbi: non solo il finanziamento è tagliato del 50%, ma anche la durata della gestione passa da tre anni a uno. Non erano queste le premesse quando il numero 114 fu istituto nel 2003 come servizio pubblico di emergenza infanzia. A gestire in questo decennio il 114 è stato Telefono Azzurro che si è sempre aggiudicato il servizio di triennio in triennio, portando avanti anche sperimentazioni volte a migliorarne le funzionalità.
«C’è amarezza» confida il professor Caffo. «Abbiamo scritto al ministro Josefa Idem, al Garante e ad altri, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta». Per il presidente di Telefono Azzurro il rischio chiusura è concreto. «Come presidente di una onlus, ma allo stesso tempo come cittadino sono preoccupato per questa situazione che si è venuta a creare: sono cambiati i capi dipartimento, c’è ancora confusione sulle deleghe e questo fa sì che nessuno risponda ci troviamo in una situazione di vacatio che è preoccupante perché, se non ci sarà nessuna proroga, tra dieci giorni mi vedrò costretto a interrompere il servizio».
La causa della chiusura? L’ultimo avviso pubblico bandito a maggio dal Dipartimento per le Pari Opportunità per la gestione del servizio non lascia dubbi: non solo il finanziamento è tagliato del 50%, ma anche la durata della gestione passa da tre anni a uno. Non erano queste le premesse quando il numero 114 fu istituto nel 2003 come servizio pubblico di emergenza infanzia. A gestire in questo decennio il 114 è stato Telefono Azzurro che si è sempre aggiudicato il servizio di triennio in triennio, portando avanti anche sperimentazioni volte a migliorarne le funzionalità.
«C’è amarezza» confida il professor Caffo. «Abbiamo scritto al ministro Josefa Idem, al Garante e ad altri, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta». Per il presidente di Telefono Azzurro il rischio chiusura è concreto. «Come presidente di una onlus, ma allo stesso tempo come cittadino sono preoccupato per questa situazione che si è venuta a creare: sono cambiati i capi dipartimento, c’è ancora confusione sulle deleghe e questo fa sì che nessuno risponda ci troviamo in una situazione di vacatio che è preoccupante perché, se non ci sarà nessuna proroga, tra dieci giorni mi vedrò costretto a interrompere il servizio».
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