Elezioni a Brugherio: primo confronto fra i candidati



Questo pomeriggio alle ore 15 si terrà presso la Sala Consiliare, Piazza Cesare Battisti 1, il primo confronto tra i candidati alla carica di primo cittadino.

Durante l'incontro che ha per titolo "Una città solidale"  organizzato dalla Caritas le associazioni di volontariato si racconteranno esponendo i problemi che incontrano nella loro attività e chiedendo risposte.

L'attività di volontariato è una bella realtà molto complessa. 


Vi suggeriamo, per approfondire, un articolo scritto da Laura Antonucci, Leonardo Blaes, Davide Cappio e Eleonora Cascione studenti del corso di Psicosociologia dei gruppi e delle organizzazioni, frequentato presso la Facoltà di Psicologia dell’Università Bicocca; 

Nel post vengono sintetizzati alcuni aspetti che caratterizzano le attività di volontariato.

- Il volontariato è un’attività che conosciamo e che alcuni di noi hanno vissuto in prima persona. L’esperienza di volontariato che abbiamo avvicinato per realizzare una ricerca conoscitiva è una esperienza bella e… controversa: da un lato ti avvicina agli altri e ti arricchisce sotto molti aspetti, ma dall’altro lato ti richiede impegno, dedizione e “ti prosciuga”, per usare l’espressione di una persona intervistata.

Dedicandosi ad attività di volontariato si va incontro a una serie di emozioni, esperienze, aspettative ed energie. Il denominatore comune per le persone che entrano a far parte di questo mondo è l’inevitabile processo di evoluzione personale che si intraprende. Vissuto, nel bene e nel male, come un’esperienza unica: che richiede tante energie, ma che a sua volta ne restituisce di nuove. Alla cui base c’è una spinta motivazionale che fa sì che i volontari inizino e proseguano questa attività.

Questa energia è capace di scatenare emozioni contrapposte. Da un lato si sente che il proprio operato è importante per la riuscita e la sopravvivenza dell’associazione, dall’altro lato c’è la voglia di dedicarsi allo sviluppo delle risorse personali. Per cui emerge il desiderio di abbandonare l’organizzazione, accompagnato spesso dal possibile senso di colpa che ne scaturisce.

I volontari sono persone comuni. Hanno una famiglia, un lavoro e interessi personali che richiedono altrettanto impegno e dedizione, ed è con questo che devono fare i conti; devono domandarsi quanto tempo abbiano da offrire. Questo è un punto che fa emergere principalmente due atteggiamenti. Vi sono coloro che vivono questa esperienza in modo consapevole, come una presa di responsabilità che vogliono affrontare perché decidono di fare qualcosa di utile che gli permette di realizzarsi a livello personale. E vi sono coloro che durante le attività si rigenerano dalla spossatezza della giornata appena trascorsa, che vivono il tempo che dedicano come un’occasione di svago dagli impegni e dalle preoccupazioni quotidiane. In entrambi i casi è un cammino nel quale la parte più difficile è fare il primo passo per uscire di casa, che una volta superato si trasforma in un sentiero in discesa ripagato dalle soddisfazioni che si ricevono.

Inoltre, una delle particolarità che abbiamo riscontrato nella realtà da noi indagata è la massiccia presenza di volontari giovani, per lo più studenti. Questo ci ha fatto riflettere ancora una volta sul gioco di forze che si crea all’interno dell’associazione; su come essi abbiano più energie da dedicare, ma che, in alcuni casi, non abbiano ancora maturato sufficiente esperienza per gestire la complessità delle situazioni. 

Inoltre, i giovani volontari vanno inevitabilmente incontro a situazioni ed esperienze tipiche di una fase evolutiva, che li porteranno ad assumersi sempre più impegni legati alla sfera personale, con l’effetto di trovarsi costretti a ridimensionare le attività che svolgono nel sociale. Avere giovani volontari garantisce impegno e motivazione, ma spesso solo per brevi periodi.

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DoppiaM


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