Parola d'ordine non dimenticare
Al gesto, frutto orrendo di un clima diffuso di intolleranza e di ostilità nei confronti dei migranti, dodici mesi dopo, non ha fatto seguito un grande cambiamento. Non vi è stata quella reazione corale che avrebbe dovuto mobilitare tutte le energie e le risorse positive, tutte le forze culturali, sociali, politiche che hanno come baricentro la Costituzione.
Ad un anno di distanza vogliamo segnalare la petizione lanciata da
Pape Diaw - Presidente Associazione dei senegalesi di Firenze e riportata sul sito change.org.
Con la petizione si vuole fare una proposta che dia il via ad un clima diverso - di apertura, di accoglienza, di solidarietà - degni di una città ed un Paese civili, in cui non siano più possibili atti come quelli di un anno fa.
Chiediamo la cittadinanza italiana per i tre feriti gravemente dal killer Gianluca Casseri a Firenze: Moustapha Dieng, 34 anni, Sougou Mor, 32 anni, e Mbengue Cheike, 42 anni.
Lo chiediamo al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Firenze si è dimostrata molto solidale con noi. Quanto è accaduto un anno fa è frutto di una cultura, di una ideologia violenta e razzista alla quale la maggior parte degli italiani è estranea: riconoscere ai tre senegalesi feriti la cittadinanza italiana, sarebbe la dimostrazione di questo e un atto concreto di riconciliazione.
Khalid Chaouki, responsabile Nuovi Italiani del PD ha dichiarato:
"I germi della violenza a stampo razzista, purtroppo ancora oggi in circolazione, sono da curare e soprattutto da non sottovalutare. Ci uniamo agli appelli rivolti al Presidente della Repubblica da parte del Presidente della Regione ToscanaEnrico Rossi e del Sindaco di Firenze, Matteo Renzi, al fine di riconoscere in tempi brevi la cittadinanza italiana a Moustapha Dieng, Sougou Mor eMbengue Cheike sopravissuti a quella strage che ha segnato e segnerà per sempre la storia di civiltà di Firenze e dell'Italia.
Eravamo e siamo tutti senegalesi, una comunità che, anche in quella difficile occasione, dimostrò con dignità e saggezza il proprio dolore e la propria rabbia. Nei loro confronti come nei confronti di tantissimi nuovi italiani abbiamo un grande debito di riconoscenza per il loro contributo quotidiano all'Italia".
Eravamo e siamo tutti senegalesi, una comunità che, anche in quella difficile occasione, dimostrò con dignità e saggezza il proprio dolore e la propria rabbia. Nei loro confronti come nei confronti di tantissimi nuovi italiani abbiamo un grande debito di riconoscenza per il loro contributo quotidiano all'Italia".
DoppiaM