Parola d'ordine non dimenticare


Il 13 dicembre 2011 in Piazza Dalmazia a Firenze furono assassinati Modou Samb e Mor Diop; furono feriti in modo grave Sougou Mor, Mbengue Cheike e Moustapha Dieng (che non potrà più essere autosufficiente).

Al gesto, frutto orrendo di un clima diffuso di intolleranza e di ostilità nei confronti dei migranti, dodici mesi dopo, non ha fatto seguito un grande cambiamento. Non vi è stata quella reazione corale che avrebbe dovuto mobilitare tutte le energie e le risorse positive, tutte le forze culturali, sociali, politiche che hanno come baricentro la Costituzione.

Ad un anno di distanza vogliamo segnalare la petizione lanciata da

Con la petizione si vuole fare una proposta che dia il via ad un clima diverso - di apertura, di accoglienza, di solidarietà - degni di una città ed un Paese civili, in cui non siano più possibili atti come quelli di un anno fa.
Chiediamo la cittadinanza italiana per i tre feriti gravemente dal killer Gianluca Casseri a Firenze: Moustapha Dieng, 34 anni, Sougou Mor, 32 anni, e Mbengue Cheike, 42 anni. 
Lo chiediamo al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Firenze si è dimostrata molto solidale con noi. Quanto è accaduto un anno fa è frutto di una cultura, di una ideologia violenta e razzista alla quale la maggior parte degli italiani è estranea: riconoscere ai tre senegalesi feriti la cittadinanza italiana, sarebbe la dimostrazione di questo e un atto concreto di riconciliazione.

Khalid Chaouki, responsabile Nuovi Italiani del PD ha dichiarato:


"I germi della violenza a stampo razzista, purtroppo ancora oggi in circolazione, sono da curare e soprattutto da non sottovalutare. Ci uniamo agli appelli rivolti al Presidente della Repubblica da parte del Presidente della Regione ToscanaEnrico Rossi e del Sindaco di Firenze, Matteo Renzi, al fine di riconoscere in tempi brevi la cittadinanza italiana a Moustapha DiengSougou Mor eMbengue Cheike sopravissuti a quella strage che ha segnato e segnerà per sempre la storia di civiltà di Firenze e dell'Italia.
Eravamo e siamo tutti senegalesi, una comunità che, anche in quella difficile occasione, dimostrò con dignità e saggezza il proprio dolore e la propria rabbia. Nei loro confronti come nei confronti di tantissimi nuovi italiani abbiamo un grande debito di riconoscenza per il loro contributo quotidiano all'Italia".

DoppiaM

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