Europa: a che punto siamo?
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Visti da lontano, noi europei siamo affascinanti e preoccupanti al tempo stesso. Americani, cinesi, brasiliani ci invidiano la storia e l’arte e ci ammirano anche per essere riusciti, negli ultimi 60 anni, a costruire la più lunga epoca di pace nella tormentata storia dell’Europa. Il Nobel appena assegnato all’Ue è un segno di riconoscimento che va in questa direzione.
È il tema che affronta il nuovo numero di Europa, il progetto speciale che La Stampa ha intrapreso da mesi insieme a cinque grandi partner in altrettanti paesi europei: Le Monde (Francia), The Guardian(Gran Bretagna), El Pais (Spagna), Süddeutsche Zeitung (Germania) e Gazeta Wyborcza(Polonia). In edicola con il giornale e nell’edicola digitale de La Stampa, troverete un inserto di sedici pagine (e molto di più sul web) con grandi interviste su come ci vede il resto del mondo.
Il direttore de La Stampa, Mario Calabresi, ha intervistato il sindaco di New York, Michael Bloomberg, nel suo ufficio “open space” nella City Hall di Manhattan: da politico e uomo d’affari, Bloomberg offre la sua ricetta all’Europa. Giudizi e consigli arrivano poi dal ministro delle Finanze brasiliano Guido Mantega, da Cui Hongjian, analista di uno dei più importanti “think tank” cinesi, dal messicano Carlos Slim, l’uomo più ricco del mondo, che avverte: “Il vostro livello di benessere è insostenibile”.
Come risponde l’Europa a questi giudizi? I sei giornali ne hanno parlato con il presidente franceseFrancois Hollande, nella prima grande intervista europea che ha concesso dal suo arrivo all’Eliseo. Ma anche con il ministro degli Esteri polacco Radosław Sikorski, volto emergente di un Paese che si propone sempre più come uno dei grandi motori dell’Ue.
Su “Europa”, però, troverete molto altro ancora. Cosa hanno fatto i Paesi per affrontare la crisi? Come è cambiata la vita degli europei? Abbiamo anche provato a proporvi qualche “gioco”, chiedendo a sei grandi chef europei di preparare un “menu della crisi” con soli 5 euro, e a una serie di grandi agenzie pubblicitarie di ripensare il look dell’euro.
Qui lo speciale
DoppiaM