Monza: tra passato e futuro
A pochi giorni dalle elezioni comunali di Monza
(si vota il domenica 6 e lunedi 7 maggio),
il quotidiano L'Unità fa il punto della situazione.
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Buona lettura.
DoppiaM
Che cosa chiedere di più? I ministeri? Monza ottenne anche quelli, tre stanze imbiancate di fresco nel corpo centrale della Villa Reale, due telefoni, un paio di scrivanie, qualche seggiola e soprattutto una targa di lucente ottone all’ingresso, sotto la quale posarono festanti Bossi, Calderoli accaldato, Rosi Mauro e pure Bobo Maroni.
Giorno indimenticabile nella vita dell’operosa cittadina brianzola a nord di Milano, che toccò allora il settimo cielo della farsa, conquistato grazie alla prontezza del sindaco Marco Mariani,
di cui si ricorda un pomeriggio a Pontida, quando rispose umile all’abbraccio di Bossi che annunciava la dislocazione dei ministeri.
«Il sindaco Mariani ci ha dato la Villa Reale»,
proclamò davanti al suo popolo il capo leghista.
Si leggerà sul cartello che si vuole costruire, nel Parco, un distributore di benzina, compatibile ovviamente con l’ambiente. Non si sa come e soprattutto non si capisce la ragione di una simile impresa. Si dice ufficialmente « per riqualificare l’area». Contro il distributore si sono mossi in tanti, persino il sindaco di Biassono, che è un leghista come Mariani. Ma l’autorizzazione è regolare, concessa dalla presidenza del consiglio dei ministri quando presidente era Silvio Berlusconi, il quale conserva un debole per quei posti. La sua villa prediletta sta ai confini di Monza, ad Arcore. Quella dell’ex Veronica Lario sta a Macherio, appena fuori il Parco. Berlusconi, nel rispetto di quei sentimenti verso le terre brianzole, a suo tempo collocò un uomo di fiducia come Paolo Romani, sottosegretario e poi ministro, tra gli assessori. Ovviamente fece in modo che l’assessorato scelto per lui fosse quello all’urbanistica (con l’aggiunta di un assessorato all’Expo2015).
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