Monza: tra passato e futuro


A pochi giorni dalle elezioni comunali di Monza
(si vota il domenica 6 e lunedi 7 maggio),
il quotidiano L'Unità fa il punto della situazione.

Buona lettura.

DoppiaM

L’autodromo per la Formula Uno, la Villa Reale, il Parco, la Corona Ferrea (quella che si mise in testa pure Napoleone imperatore), persino l’onore di diventare Provincia, in extremis, quando ormai serpeggiava il dubbio che non valesse più la pena mantenere quest’altra burocrazia amministrativa.
Che cosa chiedere di più? I ministeri? Monza ottenne anche quelli, tre stanze imbiancate di fresco nel corpo centrale della Villa Reale, due telefoni, un paio di scrivanie, qualche seggiola e soprattutto una targa di lucente ottone all’ingresso, sotto la quale posarono festanti Bossi, Calderoli accaldato, Rosi Mauro e pure Bobo Maroni.

Giorno indimenticabile nella vita dell’operosa cittadina brianzola a nord di Milano, che toccò allora il settimo cielo della farsa, conquistato grazie alla prontezza del sindaco Marco Mariani, 
di cui si ricorda un pomeriggio a Pontida, quando rispose umile all’abbraccio di Bossi che annunciava la dislocazione dei ministeri.

«Il sindaco Mariani ci ha dato la Villa Reale»,
proclamò davanti al suo popolo il capo leghista

Monza ha molto altro da vantare. Se si cerca di raggiungerla da Milano lungo la strada che era una volta un rettilineo su tre corsie ci si inoltra in un budello tortuoso tra cantieri e buchi giganteschi: la famigerata statale 36 dovrà finire in un tunnel, mancano però altri 24 milioni, dopo che la spesa era lievitata a 300, e senza quei soldi tutto si blocca. Se una volta arrivati, si deciderà di visitare la Villa Reale si potranno scoprire le tracce di un restauro infinito e ci si potrà informare dell’ultima decisione della giunta di centrodestra, che ha concesso in uso ai privati lo splendido per quanto malmesso edificio: per farne che cosa ancora non si sa. Inoltrandosi nel parco che fiancheggia la Villa ci si potrà imbattere nelle prime staccionate che delimitano un cantiere.

Si leggerà sul cartello che si vuole costruire, nel Parco, un distributore di benzina, compatibile ovviamente con l’ambiente. Non si sa come e soprattutto non si capisce la ragione di una simile impresa. Si dice ufficialmente « per riqualificare l’area». Contro il distributore si sono mossi in tanti, persino il sindaco di Biassono, che è un leghista come Mariani. Ma l’autorizzazione è regolare, concessa dalla presidenza del consiglio dei ministri quando presidente era Silvio Berlusconi, il quale conserva un debole per quei posti. La sua villa prediletta sta ai confini di Monza, ad Arcore. Quella dell’ex Veronica Lario sta a Macherio, appena fuori il Parco. Berlusconi, nel rispetto di quei sentimenti verso le terre brianzole, a suo tempo collocò un uomo di fiducia come Paolo Romani, sottosegretario e poi ministro, tra gli assessori. Ovviamente fece in modo che l’assessorato scelto per lui fosse quello all’urbanistica (con l’aggiunta di un assessorato all’Expo2015).

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