Acqua, Regione Lombardia al palo. Ecco le nostre proposte



A un anno dal referendum sull’acqua pubblica rimane una situazione di vuoto normativo, a livello nazionale, e il disinteresse a livello regionale. Gli ultimi provvedimenti in materia rischiano di rendere inapplicabile la scelta degli affidamenti in house. E Regione Lombardia è in netto ritardo sui piani d’ambito, con il conseguente stop degli investimenti.
Ce lo raccontano Enrico Brambilla, Luca Gaffuri, Francesco Prina e Fabrizio Santantonio,consiglieri regionali del Pd
DoppiaM
Ancora una volta, questa settimana, l’assessore all’Ambiente, energia e reti Marcello Raimondi non si è presentato in Commissione Agricoltura e risorse idriche a riferire sullo stato dell’arte.
E tuttavia proprio stamattina il Comitato paritetico di controllo ha analizzato la relazione di rendicontazione sul Servizio idrico integrato che contiene dati strabilianti.
Per capire a che punto siamo e cosa potremmo fare il Gruppo del Pd ha organizzato il convegno “Acqua 2.0 – Quale futuro tra fabbisogno alimentare e sviluppo?”, che si terrà sabato 26 maggio a partire dalle ore 9.30 al Pirellone in sala Pirelli. Sarà inaugurato da una performance di Luca Klobas, attore comico, noto per le sue partecipazioni a Zelig, appartenente al gruppo Comici Associati che all’epoca del referendum aveva sposato la causa dell’acqua pubblica. L’evento sarà trasmesso in diretta web qui su www.blogdem.it.
LA SITUAZIONE IN LOMBARDIA
I cittadini devono essere i protagonisti delle loro scelte e noi vogliamo aiutarli ad attuare il messaggio uscito dal referendum. L’obiettivo è arrivare a un vero servizio idrico integrato che non disperda il patrimonio acqua, non inquini e metta in moto l’economia.
Siamo ancora in netto ritardo rispetto ai piani d’ambito e alla formalizzazione degli affidamenti. Ci sono difficoltà di attuazione, siamo lontani dall’individuazione di un gestore unico, tardano a partire gli investimenti necessari per adeguare le infrastrutture, la depurazione è in infrazione europea. E la Regione di questo non sembra farsene gran cruccio perché, di fatto, non sta facendo nulla per dare una mano alle province nell’attuazione dei passaggi, cioè assume solo un ruolo notarile di presa d’atto senza alcuna attività proattiva. Eppure ne va della salute dei cittadini.
Qualche numero: ogni anno Regione Lombardia concede l’uso di sfruttare le acque minerali per l’imbottigliamento per un totale di 1 milione 748mila metri cubi, che si quantificano in un 1 miliardo 750 milioni di bottiglie da un litro. E’ facile fare il conto del business per le società che imbottigliano, basti pensare al costo medio di un litro anche solo al supermercato.
Ebbene di tutto questo la Regione introita solo 2 milioni 519mila euro. E solo grazie alla nostra battaglia siamo passati da una tariffa di 0.50 euro al metro cubo (ovvero 0,005 euro al litro) a 0,90 per il vetro e 1,20 per la plastica. Ma il documento di indirizzo delle Regione italiane individua orientativamente fino a 2,50 euro l’introito.Perché la Lombardia si accontenta di così poco?
COSA CHIEDIAMO
Il quadro normativo nazionale e regionale è confuso. Dunque, l’assessore Raimondi riprenda urgentemente in mano la situazione per mettere i comuni e le nostre aziende pubbliche nella condizione di erogare il miglior servizio possibile ai nostri cittadini e far ripartire gli investimenti. Siamo ancora molto lontani dagli obiettivi: la Regione spinga sull’acceleratore e si muova velocemente per garantire che l’acqua rimanga servizio pubblico e si facciano gli investimenti necessari:
Serve, tuttavia, un ulteriore passaggio: abbiamo chiesto alla Commissione Agricoltura e risorse idriche di audire le aziende speciali e le società in house per ascoltare le criticità con le quali si scontrano. Sappiamo, infatti, che sono in difficoltà per quanto previsto dalle recenti normative: chiederemo a Regione Lombardia di promuovere l’annullamento della norma che prevede per loro l’applicazione del patto di stabilità interno che blocca e impedisce gli investimenti.
Enrico Brambilla, Luca Gaffuri, Francesco Prina e Fabrizio Santantonio,consiglieri regionali del Pd

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