Non creare più ricchezza, ma distribuirla meglio


Quito - Scorcio della Piazza principale e della Cattedrale

Domenica 4 settembre, Giancarlo Ottaviani grande amico del blog, nonché consigliere comunale per la
Lista Civica Angelo Chirico è partito alla volta di Quito (Ecuador).

"... non preoccupatevi, per ora non emigro, tornerò il 28. Sarà un mese un po' di volontariato e un po' di turismo, in Paese molto ricco e molto povero. Ma dalle persone che incontri, dai luoghi che vivi ricevi tantissimo e, come sempre mi è successo nei viaggi che ho fatto fuori continente, torni diverso da quando sei partito.
Ero già stato in Ecuador nel 2003 per un'esperienza di volontariato: con 4 amici abbiamo aiutato Padre Pino nella sua missione. Girerò in varie zone e spero di poter trovare delle connessioni per aggiornarvi cammin facendo."

Ecco, ieri "Otta"  ha trovato la connessione e ha postato il primo articolo dall'Ecuador sul suo blog. Articolo con toni molto diversi dal precedente dove annunciava entusiasta la partenza.


In visita con l'Organizzazione ovci
in una delle case dove vive un assistito

Mentre sto scrivendo questo mio primo post dal Sudamerica mi sembra di essere un inviato di un giornale.
Iniziamo con ordine. Sono arrivato a Quito sabato 3, ho visitato e dormito nella capitale e il giorno dopo sono partito in pullman alla volta di Esmeraldas nel nord del Paese. Quito è molto bella, con il suoi palazzi in stile coloniale, le Chiese e l’idioma… ci ricorda la Conquista e la dominazione spagnola; poi le persone e i loro visi con tratti andini, occidentali, africani… ci ricordano che la storia del mondo è sempre stata decisamente complicata…


Uscendo dalla città e arrivando dopo 6 ore a Esmeraldas ci si trova subito a fare altre riflessioni, ci si imbatte nella povertà, a volte dignitosa, a volte proprio estrema e non puoi non chiederti, ma come è possibile, nel 2011? Sono anni, decenni, che si parla di aiuto allo sviluppo, di povertà, di migliore distribuzione delle risorse, di Obiettivi dell’ONU per il 2015… forse a questi Ecuadoriani (non Ecuadoregni por favor) non hanno detto che tra poco staranno meglio. Non ci siamo.

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DoppiaM

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