Il flop delle GRANDI Opere


E' datato 2001 uno dei maggiori flop dell’Italia berlusconiana. La legge 443, conosciuta come Legge Obiettivo, è lo strumento che stabilisce procedure e modalità per la realizzazione delle grandi infrastrutture strategiche nel nostro Paese nel decennio 2002-2013. Dieci anni dopo, Legambiente ha presentato un bilancio dei risultati ottenuti analizzando trasformazioni, modifiche delle priorità, aumenti dei costi e dei rischi legati ai cantieri aperti ma senza certezza di realizzazione. In sostanza, il provvedimento che avrebbe dovuto accelerare e modernizzare l’Italia è finito in un pantano.

Da 196, le infrastrutture “necessarie” in dieci anni sono diventate 348, in primis quelle trasportistiche: erano 129, sono ora 198; i costi si sono gonfiati del 190 per cento.


La legge Obiettivo quindi è servita in 10 anni prevalentemente a dare autorizzazioni ad opere, spesso prive di un inquadramento territoriale ed ambientale credibile, alimentando un costosissimo e mediocre progettificio ad uso e consumo delle grandi aziende del settore edile.

Che classe dirigente è quella che distrugge il futuro del Paese che amministra?

DoppiaM

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