"Mai più ostaggi del passato"


Ciascun paese ha il dovere di ricordare la propria storia, di non cancellare le tracce delle sofferenze subite dal proprio popolo, ma l'essenziale è non restare ostaggi degli eventi laceranti del passato.
Con queste parole il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha celebrato al Quirinale la Giornata del Ricordo, in memoria delle vittime delle Foibe.

Secondo il Capo dello Stato, "posta fine a ogni residua congiura del silenzio, a ogni forma di rimozione diplomatica o di ingiustificabile dimenticanza, possiamo finalmente guardare avanti... il sacrificio delle generazioni che ci precedono non è stato vano se oggi possiamo costruire un avvenire migliore per i nostri popoli e per l'Europa".

Pierluigi Bersani già lo scorso anno aveva ricordato che "il Giorno del Ricordo, istituito per custodire e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, per ricordare l'esodo dalle loro terre di istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e la difficile storia del confine orientale, è stato un giusto e tardivo riconoscimento delle istituzioni repubblicane per le vittime di un crimine contro l’umanità", e aveva invitato a considerare questa celebrazione come un "momento di riflessione e di ponte verso un futuro di pace, fratellanza e riconciliazione fra i popoli"

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