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Avanti insieme!

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Cosa si aspetta chi ha votato per il nuovo-vecchio segretario? Mario Lavia prova a speigarlo sull'Unità.tv Da molte ore – un evento! – nel Pd regna la pace. Il bello delle primarie è che  danno un risultato chiaro , al quale tutti non possono che attenersi. Senza piagnucolare come si fa quando ci sono le elezioni col proporzionale – ho vinto io, no ho vinto io – e non si capisce niente. Qui, al netto di piccole contestazioni, è assodato che ha vinto molto bene Matteo Renzi, mentre Andrea Orlando e Michele Emiliano si sono ritagliati anche formalmente uno spazio non esiguo (il 20% il ministro, il 10% il governatore) tale da consentirgli un peso ai vari livelli. ( Qui l’analisi di Fabrizio Rondolino) . E ora che succede? Cerchiamo di analizzare i primi segni del post-primarie e  avanzare – non richiesti – alcuni spunti per il dopo, visto che il segretario ha parlato di “ nuovo inizio” e di “un foglio bianco”  tutto da scrivere. Renzi ha avuto quella  rilegittimazione

Martina: Cinque sfide per Renzi e il nuovo Pd

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Il Partito Democratico vive il suo passaggio più difficile, ma questa storia non è affatto conclusa e non è stata né un miraggio né un’utopia. Perché in tanti abbiamo creduto e continuiamo a credere in questa sfida. Oggi, nonostante i limiti e gli errori che vanno riconosciuti, c’è un’intera generazione che non intende accettare chi spinge per un ritorno alle antiche case madri. Quello di cui abbiamo bisogno è esattamente il contrario: portare a compimento ciò che è rimasto incompiuto. Costruire finalmente una nuova cultura politica, una nuova identità. Un soggetto autenticamente popolare, alternativo al populismo. Di certo non c’è sinistra senza il Pd in questo paese. Abbiamo dato vita al partito nuovo per uscire dal novecento e non vogliamo riavvolgere il nastro della storia. Dobbiamo dare più forza alle ragioni che mossero quella scelta perché ne sentiamo ancora la necessità storica. La proposta ideale e programmatica del Lingotto nel 2007 segnò la nuova stagione, e così come

Referendum, ecco quale sarà il futuro del governo Renzi

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Mancano ormai pochi giorni al  referendum costituzionale di domenica 4 dicembre ; data in cui gli italiani saranno chiamati ad esprimere la propria intenzione di voto circa il testo di legge riguardante le “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”. In base all'esito di questa consultazione, cambierà la faccia della politica italiana infatti, la vita del Governo #Renzi è appesa a questo filo. Ad annunciarlo fu lo stesso premier all'inizio della campagna elettorale che però, nel corso di questi mesi, ha cercato di spersonalizzarlo poiché molti elettori hanno fatto sapere che sarebbero andati a votare "No" solo per " mandare a casa Renzi ". Su quello che succederà abbiamo consultato  Francesco Cro , romano, di professione spin doctor, e molto