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Il secondo trionfo di Macron è un ciclone che si abbatte sulla politica francese

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Lasciate le elezioni comunali, volgiamo lo sguardo alle elezioni francesi della scorsa domenica. Lo facciamo con Stefano Cagelli sul sito Unità.tv. Se due mesi fa qualcuno avesse scritto che  Emmanuel Macron  sarebbe diventato presidente della Repubblica francese con il supporto di una maggioranza bulgara all’Assemblea nazionale, e che  Theresa May  in Gran Bretagna sarebbe stata in balia di un  hung Parliament  tenuto sotto scacco da dieci deputata dell’Irlanda del Nord (tanto da farla definire dai suoi avversari interni – poco elegantemente – “una morta che cammina”), sarebbe stato preso per matto. E invece, ciò che abbiamo davanti agli occhi, oggi, è proprio questo scenario. Dopo la vittoria al ballottaggio del 7 maggio contro Marine Le Pen, il leader centrista-europeista di  En Marche!  – che oggi si chiama  La République En Marche!  – si ritroverà con una Camera quasi totalmente a suo favore.  Il partito di Macron è il vincitore indiscusso delle legislative francesi, ac

Eurozona e migranti. Ecco come andata la cena tra Gentiloni e Macron

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Dopo la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, il presidente francese  Emmanuel Macron ha incontrato ieri sera all’Eliseo il premier italiano Paolo Gentiloni   per una cena di lavoro in vista del prossimo G7 di Taormina. Sul tavolo i temi principali che verranno affrontati nel corso del summit, come immigrazione, sicurezza, crescita e commercio internazionale. All’inizio del suo intervento durante il punto stampa congiunto, Macron ha rivolto “un pensiero al poliziotto e al militare feriti giovedì alla stazione di Milano”.  Il presidente francese ha poi evocato la gestione della crisi migratoria ricordando che non è stato ascoltato “il grido di allarme lanciato dall’Italia”  in questi ultimi anni e che per questo sarà necessario andare avanti per una vera riforma del diritto d’asilo e delle regole comuni per proteggere gli Stati più sottoposti alle pressioni migratorie”. Durante la loro cena di lavoro all’Eliseo Paolo Gentiloni ed