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Visualizzazione dei post con l'etichetta giornalismo

I vincitori del premio Pulitzer

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Questa foto di due ribelli siriani ad Aleppo, scattata il 18 ottobre 2012, ha vinto il premio Pulitzer, considerato come la più prestigiosa onorificenza americana per il giornalismo;  i premi nelle categorie Breaking News e Fetured Photography sono tutti collegati alla guerra civile in corso in Siria. Come ogni anno, vogliamo mostrarvi le foto vincitrici, perché raccontano più di molti articoli, cosa sta succedendo nel mondo. L’altro premio Pulitzer per la fotografia, il “Breaking News”, è stato vinto da una squadra di cinque fotografi dell’agenzia internazionale Associated Press per i reportage “memorabili”, come li definisce lo stesso sito ufficiale del Premio Pulitzer, che ritraggono alcuni momenti della guerra civile in Siria durante gli ultimi due anni. I cinque fotografi sono Rodrigo Abd, Manu Brabo, Narciso Contreras, Khalil Hamra e Muhammed Muheisen. Sul sito del quotidiano online "il Post" trovate una breve descrizione dei cinque fotografi, mentre sul s

La libertà di stampa. E una domanda di troppo

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Mimmo Candito è un giornalista del quotidiano La Stampa . Venerdì scorso ha seguito il viaggio in Libia del Ministro degli Esteri, Franco Frattini . Durante la conferenza stampa finale, presenti Frattini e il Premier del Governo provvisorio libico, Jibril, Mimmo Candito ha "osato" fare una domanda a Frattini, sul ruolo dell'Italia in Libia, visti i grandi rapporti di amicizia tra Berlusconi e Gheddafi (ricordate il baciamano , vero?). Frattini ha contestato la domanda, ha risposto arrampicandosi sui vetri, e la conferenza stampa è finita. Ma per Mimmo Candito quella domanda ha avuto un prezzo elevato : si è giocato il posto sull'aereo che avrebbe riportato la delegazione italiana (giornalisti compresi) in Italia. Mimmo Candito racconta sul sito della Stampa ( qui ) la sua disavventura. Tra libertà di stampa, silenzio complice degli altri giornali (a parte qualche rara eccezione), e l'incapacità di questo Governo di tollerare le domande dei giornalisti.

“Quei giovani incapaci di reagire”

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E mentre ancora si piangono i morti,  un articolo che lascia sgomenti. Come abbiamo visto, nei giorni scorsi, quelli de “Il Giornale” hanno provato ad attribuire la responsabilità degli attentati di Oslo all’Islam: hanno addirittura mandato in edicola due prime pagine diverse. Ieri Feltri ha rincarato la dose con l'editoriale dal titolo “Quei giovani incapaci di reagire”. La tesi è semplice quanto vigliacca.   Come è possibile, si chiede Feltri, che i 500 giovani presenti sull’isola di Utoya non siano riusciti a fermare  la carneficina? Potevano, secondo Feltri, lanciarsi sull’attentatore cosicché “alcuni di sicuro sarebbero stati abbattuti ma non tutti” . Insomma, secondo Feltri, il problema è che ciascuno ha pensato “a salvare se stesso illudendosi di spuntarla” . Praticamente la colpa è delle vittime, di quei giovani che non hanno voluto “identificarsi con gli altri” : incapaci ed egoisti e anche un po’ rammolliti. Si può cadere più in basso di così? Feltri, sia cora