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Bill De Blasio. Un democratico (ed Italiano) sindaco di New York

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Bill de Blasio con il 73,6% delle preferenze, contro il 24% di Joe Lhota, è il nuovo sindaco di New York. Dopo 20 anni nella Grande Mela finisce l'era repubblicana e si volta pagina, si passa a quella democratica. De Blasio succede all'ex repubblicano, diventato poi indipendete, Michael Bloomberg che è stato in carica per 3 mandati. Leggendo il nome balza subito all'occhio il cognome italiano e infatti è così: il neo primo cittadino newyorkese è originario del Belpaese, precisamente di Sant'Agata de' Goti, in provincia di Benevento in Campania. Nel suo discorso da neo eletto alla Park Slope Armony, il quartier generale dell'italoamericano, ha evidenziato come non sottovaluterà nessuno ringraziando in più lingue, comprese l'italiano e lo spagnolo per la comunità latinoamericana presente in città.Alle primarie del suo partito era considerato uno dei candidati più di sinistra e lo dice anche Civati oggi nel suo blog invitando la sinistra italiana a rifle

Cambio di paradigma: la lezione di Obama (e un messaggio all'Europa)

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La Camera degli Stati Uniti ha approvato l’accordo sul fiscal cliff , il cosiddetto baratro fiscale, dopo il voto favorevole espresso il primo gennaio dal Senato . Il voto è avvenuto quando negli Stati Uniti erano le 23 di martedì e in Italia erano le 5 del mattino di mercoledì. Hanno votato a favore dell’accordo 257 deputati, mentre hanno votato contro in 167. Hanno votato a favore 172 democratici e 85 repubblicani, hanno votato contro 151 repubblicani e 16 democratici. ( Qui  trovate che cos’è il fiscal cliff, spiegato bene) La vittoria di Obama nelle trattative sul fiscal cliff dimostra che una politica economica di sinistra può essere in questa fase la speranza per uscire dalla spirale debito-austerity-disoccupazione. Gli Usa hanno lanciato un messaggio importante anche per l’Europa, dove l'economia è mantenuta in uno stato di catalessi: equità e crescita devono venire prima del rigore. Ce lo racconta quest'oggi Federico Rampini su Repubblica. «Grazie al vo