“Nei campi pugliesi vidi un mondo che non avevo visto neppure in Camerun”
Quest'oggi vi proponiamo un approfondimento sulla situazione del caporalato e le rivolte che segnarono il primo passo verso la nuova legge “I caporali, ex braccianti agricoli che hanno fatto carriera,venivano a prelevarci alle tre e un quarto di ogni giorno, ci scaricavano nei campi e ci riprendevano alle diciotto. Si muovevano a bordo di furgoni con nove posti a sedere, ma noi eravamo venticinque. Ci pagavano a cottimo: 3 euro e cinquanta per riempire un cassone da 3 quintali. Venivamo pagati in base al numero di cassoni riempiti durante la giornata. La paga media era di circa 25 euro al giorno. Da questi, però, dovevi togliere 5 euro per il trasporto dal campo in cui dormivamo a quello in cui lavoravamo, 3,50 per un panino e 1,50 per una bottiglia d’acqua. Dovevamo essere veloci, ma molti di noi non ci riuscivano. Si lavorava con 40 gradi”. E’ così che Yvan Sagnet, nato 31 anni fa a Duala(Camerun), una laurea in Ingegneria delle Telecomunicazioni conseguita nel 2013 al Poli