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Seregno, l'Espresso e gli affari della camorra

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E' un vero e proprio terremoto, quello che si è abbattuto sull'amministrazione comunale di centrodestra di Seregno.  Tutto è nato dopo il servizio sul numero di venerdì de L'Espresso. Fabrizio Gatti, giornalista del settimanale, intervista ad un certo punto Mario Barzagh i, patron della Effebiquattro, azienda leader nel settore dei serramenti per interni nonchè vicepresidente di Confindustria di Monza e Brianza. Gatti gli fa domande sulla +Energy srl, società che importava pannelli fotovoltaici dalla Cina e nella quale, tramite una fiduciaria, sarebbero stati indirettamente soci anche il sindaco di Seregno e altri amministratori locali.  La reazione di Mario Barzaghi, evidenziata anche da un video, è stata decisamente sporporzionata. L’imprenditore ha impedito a Fabrizio Gatti di lasciare l’ufficio. Nell’audio si sentono addirittura minacce nei confronti del giornalista, ribadite anche alla presenza del capitano Luigi Spenga, comandante della Compagnia dei carabi

Un film, per non morire di camorra

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Martedì 24 luglio si concluderà il Festival di Giffoni, l'annuale rassegna del cinema per i ragazzi e la gioventù.  E proprio martedì verrà presentato un documentario realizzato da ragazzi di una delle zone a più alta densità micro-criminale di Napoli . Dieci giovani dei quartieri spagnoli, con il sostegno di Actionaid e guidati dall'Associazione Socialmente Pericolosi di Napoli, presenteranno il loro secondo documentario. "Socialmente Pericolosi" si occupa di insegnare ai ragazzi di Napoli il mestiere della comunicazione visiva, con l'unico scopo di sottrarli alla camorra, Mariano, il più "anziano" dei documentaristi che andrà a Giffoni, dice che   "La cosa più bella del progetto di sicuro è il recupero dei ragazzi a rischio criminalità, il male dei nostri Quartieri Spagnoli. La lotta è dura ma noi, con le nostre esperienze e con l'aiuto di tutti possiamo sconfiggere questo male impegnando i ragazzi come me a far capire che la criminalità

Non si uccidono gli insegnamenti

Non basta una vile pistola a uccidere chi ha insegnato agli altri a vivere . E noi siamo tutti qui, tutti, perché tu ci hai spiegato cos’è il coraggio, cos’è il rifiuto di qualsiasi prevaricazione, cos’è la bellezza , l’amore, la vita. E tu sei la vita che non può morire mai. Quella che fa paura ai vigliacchi quella che rimane dentro e diventa lezione, tesoro, insegnamento. A qualche giorno dell' omicidio del Sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, il Post è andato ad incontrare i cittadini , che si preparano, con il funerale di domani, a salutare il loro sindaco .

"Hanno ucciso un sogno"

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È stato crivellato da colpi di pistola, in un agguato in stile camorra, Angelo Vassallo, 57 anni, sindaco di Pollica, comune del Cilento. È avvenuto nella tarda serata di ieri. Vassallo è stato raggiunto dai colpi mentre era alla guida della sua auto , una Audi station vagon grigia, trovata con il freno a mano tirato, e rientrava a casa in una stradina dietro la sua abitazione, nella frazione di Acciaroli. Secondo il PM Alfredo Greco, che conduce le indagini, si è trattato di un omicidio con "modalità brutte e pesanti, un'esecuzione cattiva con troppi colpi sparati per un omicidio. Vassallo era un uomo che si batteva contro l'illegalità ed era sempre in prima linea. Quando accadeva qualcosa di particolare sul suo territorio, me lo segnalava . Non hanno ucciso solo un uomo, hanno ucciso una speranza per il Cilento. Era un simbolo di legalità. Chi lo ha ucciso ha voluto colpire chi si opponeva all'illegalità". Qui un ritratto di Vassallo, curato da un giornalist