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Visualizzazione dei post con l'etichetta Unione Europea

Nordio come Ponzio Pilato

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Ieri il Ministro della Giustizia Nordio ha rilasciato un'intervista in cui parla di Ilaria Salis.  Da un Ministro ci saremmo aspettati proposte e garanzie per tutelare diritti e dignità di una nostra connazionale.  Niente di tutto ciò: da Nordio tante belle parole, tanta commozione, ma nessuna soluzione possibile. Se ne lava le mani. Un moderno Ponzio Pilato.

Ilaria Salis libera, fiaccolata a Monza

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In queste settimane il PD, insieme a diverse forze politiche, sindacali e associazioni, ha chiesto un maggiore impegno al Governo italiano nei confronti del Governo ungherese per il trasferimento di Ilaria in Italia per trascorrere il periodo di custodia cautelare nel suo Paese e per partecipare in videoconferenza dall'Italia al processo.  A fronte di tale richiesta formale, a Monza è stata organizzata una fiaccolata per far sentire la nostra voce alle autorità centrali.  Il nostro Circolo aderisce e promuove questa iniziativa: parteciperemo senza alcun simbolo politico, poiché le libertà umane e la tutela dei diritti individuali non debbano mai conoscere segno politico.  Damiano Chirico

Meloni, il tuo silenzio è complice

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Da Meloni un silenzio assordante, complice della negazione dei diritti umani di Orbàn. Preferisce tenere buono l’alleato piuttosto che aiutare una nostra connazionale in catene.  Basta ambiguità e tentennamenti, il Governo agisca in maniera netta, chiara, immediata ed efficace. Ilaria Salis deve tornare in Italia.

Ilaria Salis, il governo intervenga

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Incatenata mani e piedi, trascinata in aula di tribunale con un guinzaglio. È come nell’Ungheria di Orbàn viene portata in udienza Ilaria Salis.  Da Meloni e Salvini, per non scomodare l’alleato, un silenzio assordante. Il Governo deve intervenire. Non possiamo lasciare una nostra connazionale in queste condizioni, privata di ogni diritto umano.

653 milioni di euro di propaganda

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“Nei centri solo maschi, sani e mai torturati”. Questo prevede il protocollo di intesa tra l’Italia e l’Albania, che di fatto esclude qualsiasi migrante proveniente dalla Libia e che quindi ridimensiona fortemente la portata numerica di chi verrà portato dall’altra parte dell’adriatico.  L’ennesima tappa dell’operazione di propaganda di Giorgia Meloni sul tema dell’immigrazione. Un accordo per fare cose inutili e costosissime: 653 milioni di euro per soli 5 anni e per massimo 3.000 migranti al mese. Una spesa folle per fare le stesse cose che si fanno normalmente in Italia a costi immensamente minori.  Un accordo su cui pesa, inoltre, la spada di Damocle della Corte Costituzionale albanese che dovrà pronunciarsi nei prossimi mesi.  Si può a tutti gli effetti parlare di un bluff della destra, dai contorni disumani. Una trovata per la campagna elettorale verso le Europee che, però, costerà centinaia di milioni ai cittadini italiani.  Matteo Mauri

Prima le persone: immigrazione e diritti

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Si svolge il 19 e il 20 gennaio, nella sala David Sassoli della sede nazionale del PD a Roma in Via Sant’Andrea delle Fratte 16, l’iniziativa dedicata a immigrazione, diritti e riforma della cittadinanza.  “Sull’immigrazione si deve cambiare. In Italia e in Europa. Per questo presentiamo alcune proposte destinate a diventare il cuore di iniziative parlamentari fondate sul principio di superare la stagione della paura e di affrontare il tema dell’immigrazione come una grande questione da gestire e governare”, spiegano Pierfrancesco Majorino responsabile Politiche migratorie nella segreteria nazionale del PD e Marwa Mahmoud, responsabile Partecipazione e formazione politica nella segreteria nazionale del PD, organizzatori del seminario.  La due giorni, trasmessa in streaming, ha inizio venerdì 19 alle 14. Al confronto, con centinaia di circoli del PD coinvolti e collegati in rete, oltre a Majorino e Mahmoud, partecipa la segretaria nazionale del Pd Elly Schlein e intervengono, tra gli al

Un anno importante per l'Italia e l'Europa

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Auguri di Buon Anno a tutte e tutti voi dalla comunità democratica.  Il 2024 sarà un anno importante, per l’Italia e l’Europa.  Elly Schlein

900 milioni per uno spot elettorale

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900 milioni di euro in 5 anni. Ecco quanto costerà, agli italiani, la campagna elettorale di Meloni per le Europee.  Sì perché l’accordo con l’Albania è solo fuffa propagandistica che non risolverà la questione migratoria. Uno spot carissimo, che potrebbe non vedere mai la luce visto lo stop dell’alta corte albanese all’accordo. Stanno esponendo l’Italia ad una figuraccia internazionale senza precedenti.  Nel frattempo tagliano sul fondo per le disabilità, sulla sanità pubblica, sulla spesa sociale, sul welfare, sul PNRR e sulle pensioni.  Altro che regali di Natale. Dalla destra un bel pacco per il Paese.

Un Ministro dimissionato

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Giorgetti è un ministro dimissionato dalla sua stessa maggioranza. Con che credibilità può andare in Europa, e nei consessi internazionali, a rappresentare il nostro Paese?  Invece di inventare scuse per salvare la poltrona, tragga le conseguenze del voto in Parlamento e faccia un passo indietro.

Maggioranza spaccata sul MES

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Quanto è avvenuto ieri sul MES rappresenta una figuraccia internazionale per l'Italia.  Ma non solo. La maggioranza si è spaccata e, nel farlo, di fatto ha sfiduciato il Ministro Giorgetti, sconfessando le sue parole all'ECOFIN.  È in corso una grave crisi politica di cui prendere atto e che la destra deve spiegare al Parlamento e al Paese.

La nostra Europa

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Mercoledì 20 dicembre parleremo insieme a Brando Benifei, Irene Tinagli e Patrizia Toia della “Nostra Europa".  Di fronte a una destra che in Italia e in Europa cerca in ogni modo di indebolirla, dobbiamo essere pronte e pronti a ribadire che l’Unione Europea che vogliamo è forte, unita, coesa, capace di essere un faro di giustizia e democrazia, soprattutto in un contesto frammentato e complesso come quello attuale.  Per un’Europa che sia davvero la casa di tutte e tutti.  Silvia Roggiani

L'ennesima figuraccia

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Doveva essere la grande soluzione del Governo Meloni alla questione migranti. Fin da subito invece abbiamo denunciato come l’accordo con l’Albania fosse un grande bluff, buono solo per la propaganda elettorale della Premier.  Ora, a sollevare dubbi, è anche la Corte Costituzionale di Tirana, che blocca la sua attuazione. Un’altra figuraccia internazionale per il nostro Paese.  Elly Schlein

La sceneggiata della destra sul MES

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Sul MES assistiamo ad una ridicola sceneggiata da parte della maggioranza. La destra fa auto ostruzionismo in Aula per evitare di dover decidere. Non sanno assumersi alcuna responsabilità di governo e non hanno un’idea di Paese.  A questa buffonata si aggiunge la gravissima messinscena di Meloni che, in Senato, sventola un fax con cui prova a bastonare l’opposizione, ma che in realtà dimostra solo come la Premier abbia mentito ancora una volta al Parlamento e agli italiani.  In Europa si sta giocando una partita fondamentale sulla Riforma del Patto di Stabilità. Con questo atteggiamento la destra ci sta isolando e sta coprendo di ridicolo l’Italia di fronte ai nostri partner storici.  Partito Democratico

L'Europa che vogliamo

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Venerdì 15 e e sabato 16 dicembre, il Partito Democratico organizzerà a Roma una grande iniziativa dedicata all’Europa.  Col contributo di grandi nomi della politica, della cultura e del mondo accademico, parlamentari, europarlamentari, dirigenti ed attivisti del Partito Democratico, discuteremo dell’Europa che vogliamo: progressista, moderna, sociale, ambientalista, femminista e democratica.  Il lavoro si articolerà in sessioni plenarie e in tavoli di lavoro tematici.  L’evento sarà un primo appuntamento programmatico per dare il via al percorso di costruzione della piattaforma politica e ideale che ci accompagnerà verso giugno 2024, e che ci vedrà impegnati anche nel congresso elettorale del PSE che in primavera organizzeremo proprio in Italia.  Un percorso che vogliamo sia partecipato e dal basso, attraverso la costituzione di un Forum permanente sulle questioni europee, che lanceremo proprio da Roma e che coinvolgerà realtà istituzionali, associative, territoriali, sociali, dentro

Dal governo solo propaganda

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Il 15 e il 16 dicembre ci sarà un grande appuntamento per far partire la costruzione partecipata del progetto per l'Europa che vogliamo, mettendo al centro quelle che per noi sono le priorità e le sfide che rendono più che mai necessaria l'integrazione politica.  Parleremo, innanzitutto , della questione sociale, che è strettamente legata a quella ambientale. Di lì partirà un percorso che vuole essere più aperto e coinvolgente possibile. Coinvolgeremo i mondi economici, il terzo settore, la società civile. Sarà una discussione aperta. Il green deal e il Next generation Eu non nascono dal nulla, ma dall’impegno dei socialisti in questa legislatura, noi vogliamo dare continuità a questi progetti a cui gli alleati di Salvini e Meloni non hanno mai creduto e che hanno sempre ostacolato. Ci sarà il tema migratorio, su cui noi continuiamo a insistere di fronte a un governo che invece si è arreso a Orbàn e a chi vuole solo costruire muri contro l’Italia. E poi si parlerà della giustiz

Parola di Rama

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Alla fine, cade la maschera anche sull’accordo del Governo con l’Albania sulla gestione dei migranti.  Ed è proprio il premier albanese Edi Rama a smascherarli: “L’accordo sui migranti? Serve solo a Meloni per le Europee”.  La verità è che Meloni ha clamorosamente fallito nella gestione dell’immigrazione e ha dovuto escogitare l’ennesimo tentativo di distrazione di massa, stavolta sulla pelle di esseri umani che scappano da guerra e carestia.  Un accordo inutile, costoso, nei fatti illegittimo che si traduce nell’ennesimo flop del Governo.  Partito Democratico

Pedemontana, l'intervento di Benifei

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"In qualità di Europarlamentare eletto nel collegio nord-ovest, ho inviato alla Banca Europea degli Investimenti una lettera per approfondire le molteplici criticità relative al finanziamento della cosiddetta Tratta D Breve dell'Autostrada Pedemontana, per far luce in particolare sulla modifica del tracciato originale rispetto al progetto inizialmente sottoposto alla BEI e agli altri finanziatori. Modifiche sostanziali che riteniamo possano snaturare l'opera originale, creando serie preoccupazioni in materia ambientale e sulla qualità dell'aria, con un potenziale impatto molto deleterio sulla biodiversità del territorio del Parco Agricolo Nord Est (P.A.N.E.), dal punto di vista logistico e dello smistamento del traffico fuori dall'area metropolitana di Milano, visto che non apporterebbe alcun rafforzamento della connessione est-ovest, individuato a suo tempo come il principale obiettivo strategico dell’opera, e dal punto di vista economico-finanziario, dal momento

34 anni fa, cadeva il Muro di Berlino

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“Dopo decenni di sofferenza, la ferita lacerante della divisione della Germania e dell'Europa trovava la sua ricomposizione attraverso la caduta del suo simbolo più evidente ed odioso. Finalmente il Muro cadeva sotto la spinta di migliaia di donne e di uomini ansiosi di riconquistare la propria libertà e la propria dignità dopo anni di oppressione e di privazione dei propri diritti fondamentali. Il successo di quella notte fu il frutto della determinazione di milioni di cittadini europei dell'Est che pacificamente, senza alcuna violenza ma solo attraverso la forza delle proprie ragioni furono in grado di liberarsi del giogo cui per decenni erano stati sottoposti. È anche al coraggio di quei cittadini europei che oggi desidero rendere omaggio”.  David Sassoli ricordava così quel 9 novembre 1989, giorno della caduta del Muro di Berlino. C’era anche lui, come migliaia di giovanissimi che sognavano un mondo diverso, più libero, più giusto, senza barriere.  34 anni dopo quella giorn

Polonia, stop all'onda sovranista

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La Polonia ha scelto la speranza, il futuro, l'Europa. Un'affluenza record, con tantissime donne e giovani al voto, premia la coalizione europeista di Donald Tusk.  Dopo la Spagna un'altra batosta per i sovranisti amici di Meloni.  Finisce un'epoca oscurantista, reazionaria, che per anni ha colpito i diritti e le minoranze. Bentornata, Polonia.  Partito Democratico

La destra sceglie il suo modello

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Un abbraccio, tanti elogi e pieno sostegno alle politiche di Orbàn. Nei giorni in cui Lampedusa è al collasso, Giorgia Meloni sceglie ancora una volta come suo alleato più vicino il primo ministro ungherese. Sì, lo stesso che in Europa blocca ogni tipo di accordo sui migranti.  Ma non è una novità. La destra, da sempre, insegue le emergenze cercando clamore mediatico e urla all'invasione per qualche like in più sui social. Ma il risultato finale è sempre lo stesso: si muove tra mille contraddizioni e si mostra totalmente incapace di risolvere i problemi.  Finendo per abbracciare chi va contro gli interessi del nostro Paese. Altro che Fratelli d'Italia: sono Fratelli di Orbàn.  Partito Democratico