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Non guardate al domani, ma al dopodomani

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Quest'oggi ricorre il 35° anniversario dell’uccisione di Aldo Moro, tra gli artefici più convinti del compromesso storico , da parte delle Brigate Rosse dopo 55 giorni di prigionia. Per ricordarlo vi proponiamo una riflessione di Pierluigi Castagnetti per il quotidiano online Europa Siamo soliti, ormai da 35 anni, ricordare Aldo Moro in due date, il 16 marzo giorno della sua cattura e dell’assassinio dei cinque uomini di scorta, e il 9 maggio giorno del suo sacrificio. In mezzo cinquantacinque lunghi giorni di prigionia in una cella lunga tre metri e larga uno. Mi chiedo perché, almeno per gli uomini della mia generazione, continui la necessità di farne memoria. Penso che la ragione si trovi tutta nel presente. In una delle 97 struggenti lettere dalla prigionia che conosciamo vi è una drammatica promessa da molti vissuta come una maledizione: «Io risarò ancora come un punto irriducibile di contestazione e di alternativa». Contestazione e alternativa. Quante volte nei momenti

Non c'è pace per la festa della Liberazione

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Non c'è pace per la festa della Liberazione. Dopo aver rischiato di finire sotto la mannaia della manovra economica , il 25 aprile finisce nuovamente nel mirino . Il Governo ha accolto , come raccomandazione, l'ordine del giorno presentato dal parlamentare bolognese del Pdl, Fabio Garagnani, contenente la proposta di sostituire il 25 aprile con il 18 aprile 1948 , giorno delle elezioni politiche vinte dall'allora Democrazia Cristiana, guidata da Alcide De Gasperi. Una proposta che ha ricevuto subito la netta risposta negativa del presidente dell'Anpi (l'Associazione Nazionale dei partigiani) Carlo Smuraglia: "Una provocazione dell'on. Garagnani e una follia del governo che l'accoglie come raccomandazione. Penso che non se ne farà nulla. Ma se ci provassero troverebbero la ferma opposizione di tanti italiani che li farebbero rapidamente desistere". Continua CarloSmuraglia: " Questo parlamentare, evidentemente, cerca la provo