La questione F-35.

Il 16 luglio il senato ha approvato con 202 voti favorevoli, 55 contrari e 15 astenuti la mozione di maggioranza proposta da Partito democratico e Popolo della libertà che prevede, contrariamente da quanto enunciato nella vulgata popolare, di avviare un’inchiesta su efficacia e costi del programma militare Joint strike fighter, che porterà all’acquisto di 90 F-35, aerei da guerra di ultima generazione molto costosi. 
Una mozione che impegna il governo a “a non procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione senza che il parlamento si sia espresso nel merito, ai sensi dell’articolo 4 della legge 31 dicembre 2012, n. 244″.
F-35 Lightening II è un programma militare, lanciato dagli Stati Uniti insieme ad altri otto paesi alleati, tra cui l’Italia, all’inizio degli anni novanta per costruire F-35, cacciabombardieri ipertecnologici di quinta generazione che sostituiranno i vecchi aerei da guerra, uno dei programmi più costoso degli ultimi anni in campo militari.

L’Italia dovrà spenderà tra i 13 e i 17 miliardi di euro nel progetto. Secondo le previsioni di bilancio del 2012 del ministero della difesa, lo stato dovrebbe spendere almeno 12,2 miliardi entro il 2047, almeno dopo la riduzione introdotta dal ministro della difesa del governo Monti Giampaolo Di Paola che, per ridurre le spese, l’Italia acquisterà solo 90 aerei, invece dei 131 preventivati.

Le critiche sugli aerei non si limitano soltanto i costi ma anche l'efficacia stessa degli aerei considerati oramai obsoleti, e, almeno secondo quanto stabilito dall’agenzia che controlla i conti pubblici negli Stati Uniti, anche ai ritardi nella produzione, allo scarso numero di collaudi, e alle molte richieste di cambiamenti in fase di collaudo, che hanno fatto pensare a un ulteriore innalzamento dei costi e a un ritardo delle consegne.

 Il Partito Democratico risponde alle critiche di questi giorni attraverso le parole del senatore Francesco Russo che così si è espresso:
"Sono un obiettore di coscienza e pacifista da tempi non sospetti, e per questo rimando decisamente al mittente la ricostruzione fantasiosa e offensiva secondo la quale sarei, assieme ai miei colleghi di Partito, un guerrafondaio succube della lobby militare. Anche perché, è bene ricordarlo, con il nostro voto, oggi, non abbiamo dato l' assenso incondizionato all'acquisto degli F35, ma abbiamo chiesto all'esecutivo di non procedere ad alcuna ulteriore acquisizione senza l'ok preventivo del Parlamento, proprio per poter operare un supplemento d'indagine. [..]Per questo mi sento di rivendicare la coerenza con la quale insieme alla stragrande maggioranza del gruppo PD dopo tre dibattute riunioni abbiamo deciso, nonostante una campagna ricca anche di informazioni distorte, di non cavalcare un clima politico così delicato, e di prendere una decisione difficile ma motivata - spiega il Senatore.

Il gruppo PD non ha derogato e non deroga dalle buone ragioni della pace. Abbiamo votato una sospensione all'acquisto degli F35 ridando al Parlamento la centralità che la legge gli assegna, ma restiamo tutti convinti che le ragioni della pace si difendono anche fornendo i nostri militari delle dotazioni necessarie per agire con professionalità ed efficienza nelle aree più delicate del pianeta. La serietà e la responsabilità si esercitano anche (e soprattutto) nelle scelte difficili e non immediatamente popolari".
 (i dati a cui si fa riferimento via Internazionale)

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