Ecomafie, 34 mila reati nel 2013
Sedici miliardi e 700 milioni di euro di fatturato, 34.120 reati accertati, 28.132 persone denunciate, 161 arresti, 8.286 sequestri. È un quadro decisamente allarmante quello disegnato da «Ecomafia 2013», il rapporto annuale di Legambiente che denuncia come la criminalità organizzata, lungi dal «conoscere recessione, amplia i suoi traffici con nuove rotte e nuove frontiere».
Ce lo racconta il quotidiano La Stampa.
Il 45,7% degli illeciti ambientali è concentrato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Sicilia, Calabria e Puglia) seguite dal Lazio.
Aumentano (da 296 a 302) i clan coinvolti, quadruplicano (da 6 a 25, undici dei quali calabresi) i comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, sale il numero degli gli incendi boschivi (+4,6%), dopo il picco record del +62,5% del 2011), cresce la piaga della corruzione con il raddoppio delle denunce e degli arresti.
L’incidenza dell’edilizia illegale nel mercato delle costruzioni è passata dal 9% del 2006 al 16,9% stimato per il 2013. Mentre le nuove costruzioni legali sono crollate da 305mila a 122mila, quelle abusive hanno subito solo una leggerissima flessione, dalle 30mila del 2006 alle 26mila dell’ultimo anno.
«A fare la differenza - spiega Legambiente - sono i costi di mercato: a fronte di un valore medio del costo di costruzione di un alloggio con le carte in regola pari a 155mila euro, quello illegale si realizza con un terzo, 66mila euro».
Non sarebbe comunque un buon affare se si corresse davvero il rischio della demolizione, ma si tratta di un’eventualità purtroppo remota: tra il 2000 e il 2011 è stato eseguito appena il 10,6% delle 46.760 ordinanze di demolizione emesse dai tribunali.
DoppiaM