Giovanni Falcone, 23 maggio 1992
23 maggio 1992, ore 17.59, autostrada Trapani-Palermo. Giovanni Falcone muore, vittima della mafia. Con lui perdono la vita sua moglie, Francesca Morvillo, e i tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.
Ogni anno ci sembra giusto e doveroso, sul nostro blog, ricordare la strage di Capaci.
Quest'anno lo facciamo con il link al giornale realizzato dagli studenti del Convitto Nazionale “Falcone” di Palermo, la scuola che aveva frequentato il magistrato ucciso dalla mafia. Per il terzo anno consecutivo i ragazzi hanno preparato un numero speciale del loro giornale, che potete leggere qui.
Il giornale si apre con gli interventi della professoressa Maria Falcone, di Rita Borsellino e del presidente del Senato, Pietro Grasso. Poi ci sono tre interviste: al presidente della Commissione Antimafia Europea, Sonia Alfano, al cardinale di Palermo, Paolo Romeo, e al governatore della Sicilia, Rosario Crocetta. Il giornale si chiude con un pezzo di Francesco La Licata e con il bilancio di un anno di proiezioni del film “Convitto Falcone”, di Pasquale Scimeca.
Scrive, tra l'altro, Maria Falcone nel suo messaggio ai ragazzi:
Ogni anno a questo dolore si accompagna sempre più viva la fondata speranza di un rinnovamento sociale che mi regalano le lettere, i messaggi e le e-mail che ricevo da centinaia di ragazzi provenienti non solo da ogni parte della Sicilia, ma di tutta Italia. Sono lettere di ragazzi che scrivono a Giovanni e che lo ricordano non soltanto come giudice antimafia, ma come uomo che ha saputo compiere il suo dovere sino in fondo, come uomo che ha saputo dire di sì alla strada della legalità anche a prezzo della vita.
Questo mi fa capire che i giovani a cui da venti anni rivolgo il lavoro di educazione nelle scuole hanno accolto il messaggio di Giovanni e lo hanno fatto loro. È bello e mi conforta molto vedere come i ragazzi di oggi che non hanno conosciuto l’operato di Giovanni per via diretta, in quanto sono nati dopo il ‘92, si appassionino alla figura di Giovanni che conoscono dai libri che leggono a scuola, dai film e dai documentari.
Dai messaggi che ricevo si percepisce come i giovani di oggi vivano Giovanni non come un eroe perfetto e irraggiungibile, ma come un eroe umano che può essere imitato, talora come un amico a cui si possono confidare le difficoltà che si incontrano nel perseguire un cammino di legalità e talora anche come un padre che sa indicare le vie del bene e che incoraggia a percorrerle.