I vincitori del World Press Photo 2013


Ci sono molte maniere per raccontare la Storia.

La fotografia, ed in maniera ancora più incisiva il fotogiornalismo, sono in grado di offrire un punto di vista sicuramente oggettivo sulla realtà, in cui sensibilità e vitalità artistica sono spesso in grado di rimuovere la patina di indifferenza che ricopre il nostro sguardo verso le realtà che ci sono più lontane.

Sulla base di questo criterio sono stati assegnati ad Amsterdam i premi alle migliori foto d'informazione attraverso il World Press Photo.

Numerose le foto premiate, suddivise per categorie, con una particolare attenzione ai reportage, alla capacità cioè d'inseguire storie, spesso dimenticate o sconosciute.

Sei tra i 52 vincitori del concorso sono italiani, meritevoli dei premi nelle categorie “General news” (Alessio Romenzi e Paolo Pellegrin, rispettivamente al primo ed al secondo posto), “Spot news” (Fabio Buciarelli) e "Sport" (Vittore Buzzi).

E poi Fausto Podavini, e Paolo Patrizi, vincitori della categoria “Daily Life”, che hanno dedicato la loro attenzione a storie piccole, quasi alla portata delle nostre vite. Fausto Podavini, ha raccontato la storia di Mirella, una signora di 71 anni che da anni si prende cura con dedizione del marito malato di Alzheimer, mentre Paolo Patrizi ha illustrato la storia di alcune prostitute nigeriane, come quelle che spesso si trovano, sulle nostre strade.

Il premio più prestigioso è invece stato assegnato al fotografo svedese Paul Hansen, del quotidiano “Dagens Nyheter", con una foto che racconta morte, dolore, morte e rabbia in un'istante del 20 Novembre scorso, a Gaza.

La foto mostra i corpi di due bambini, Suhaib e Muhammed Hijazidue, uccisi durante un raid israeliano nella zona controllata da Hamas. E' rimasto ucciso anche il padre, la mamma è ricoverata in terapia intensiva, mentre la casa è stata colpita in pieno da un missile. Sono avvolti in teli di plastica, e hanno i visi ricolmi di sangue, mentre gli zii tengono in braccia i loro piccoli ed innocenti corpi. Dietro di loro la folla protesta e piange, in uno dei vicoli in cui una potente luce sembra disegnare i volti dei partecipanti al corteo.
Sentiamo le urla ma allo stesso tempo il silenzio connaturato nella fotografia congela il nostro sguardo, e colpisce come un pugno allo stomaco, per una tragedia con un dolore pulito e senza sangue. 

Il membro della giuria Mayu Mohanna, presieduta dal membro di Associated Press Santiago Lyon, ha così giustificato il premio:
"La forza della foto sta nel modo in cui mostra il contrasto fra rabbia e dolore degli adulti da una parte e innocenza dei bambini dall’altra”.
Vi rimando alla galleria fotografica del sito dell'Internazionale, e al sito del World Press Photo per un approfondimento su tutti i premi consegnati.
Mao

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