E’ l’Italia, bellezza



Abbiamo letto su Repubblica di lunedì 22 e rilanciato rilanciato sul blog della proposta formulata da Edoardo Nesi scrittore e assessore alla Cultura del PD per la provincia di Prato, di redigere una Enciclopedia della Bellezza Italiana, una grande opera di catalogazione di ciò che di bello ha questo Paese.

Marco De Allegri, per Prossima Italia  riprende, commenta e rilancia, l'intervento di Edoardo Nesi.

E’ una proposta che ci piace e che sosterremo convintamente perché solo avendo la consapevolezza di quello che si ha o meglio di quello che si è, che possiamo attuare una strategia complessiva su questo terreno che deve diventare uno dei fondamenti dai quali far ripartire il Paese.

A nostro avviso il discorso va ampliato e rafforzato avendo presente che il settore culturale e creativo ha tre grandi aree: Cultura materiale (moda, design-artigianto, gusto – enogastronomia, informatica), Produzione di contentuti (media) e Partimonio storico artistico.

Spesso la prima e la terza si muovono in modo autonomo mentre la seconda, quando lo fa, le racconta, solo separatamente e sporadicamente, entrambe.

Ma tutti e tre insieme rappresentano le estetiche italiane, il nostro gusto del vivere, il nostro senso del bello e del buono che molti paesi hanno preso a modello e che può perciò diventare una enorme possibilità di crescita economica, come abbiamo abbiamo detto il 22 settembre a Milano nel convegno organizzato da ProssimaItalia insieme al FAI e SlowFood: “Le bellezze italiane: uno sguardo diverso sul paesaggio”.

Certamente accanto al lavoro fondamentale e necessario di catalogazione proposto da Nesi bisogna agire contemporaneamente su altri tre ambiti:

PRIMO
- Normativo dal punto di visita paesaggistico e urbanistico, per fermare lo scempio
- Normativo dal punto di vista fiscale studiando una fiscalità agevolata per comuni, enti, privati che valorizzano le bellezze italiane dal piccolo museo alla conservazione di un vitigno o di un pezzo di paesaggio “in via di estinzione”. Rendendo interamente deducibili le donazioni (in denaro o opere d’arte) ad enti culturali sia pubblici che privati.
- Normativo dal punto di vista del rafforzamento della tutela dei nostri prodotti tipici sui mercati internazionali siano essi agroalimentari, enogastronomici o afferenti al mondo del design o della moda.

SECONDO
- Azioni e progetti che siano tesi alla crescita della creatività da un lato, e della fruibilità culturale dall’altro a partire dall’Enciclopedia.
La politica culturale, artistica, del Bello, deve perciò prestare molta attenzione alla fruizione, intesa come capacità di un pubblico di accedere, comprendere e apprezzare il bene, più nei suoi aspetti intangibili che tangibili. Creare, quindi percorsi e iniziative culturali permanenti per la popolazione residente affinché possano apprezzare il proprio paesaggio, le proprie peculiarità, le proprie bellezze.

TERZO
Il cibo deve essere tra i protagonisti in quanto ha un potere attrattivo di suggestione potentissimo perchè è un linguaggio universale che parla a tutti (mentre un museo o una piazza un po’ meno), attraverso il quale si può veicolare e trasmettere meglio il senso dell’Italia e delle sue bellezze.

Lavoriamo dunque insieme su questi temi unendo tutte le forze che condividono questo approccio e dialogando con gli enti e le associazioni che operano in questi settori per dare gambe ad una idea di Paese diversa.

DoppiaM

Post popolari in questo blog

Autovelox, le incredibili parole di Benzi

Una maggioranza cieca e sorda

Bocciati