Alla periferia del Mondo


E' da alcuni mesi che volevo scrivere sul rapporto tra occidente ed oriente e sulla situazione economica mondiale; impresa ardua, quindi mi scuseranno i nostri (e)lettori se cadrò in alcuni luoghi comuni e farò della retorica spicciola, ma sono errori causati dall'inesperienza ad affrontare tematiche complesse come quella economica.

Lo spunto me l'ha dato l'appuntamento quotidiano con Le Storie, il programma condotto da Corrado Augias, in onda dal lunedì al venerdì su Raitre, alle 12.45.

Ospite della puntata di ieri il giornalista di Repubblica Federico Rampini, corrispondente dalla Cina.

"Federico Rampini si interroga, nella sua ultima fatica letteraria "Estremo Occidente", sul destino declinante della superpotenza americana e disegna una mappa che tiene conto dei nuovi rapporti di forza con l'impero di Cina ed India dopo la crisi del 2008. Quali sono gli effetti della “nuova America” sulla “vecchia Europa”? Come sapremo rispondere alle sfide della nuova economia globale? E soprattutto: come stanno cambiando in questo scenario le nostre vite? Rampini risponde con la consueta lucidità e capacità di visione a queste domande cruciali, raccontando, attraverso una molteplicità di storie e personaggi affascinanti, gli. stili di vita, le nuove forme di lavoro e i protagonisti del mondo che verrà."

Allo stesso tempo però, il tramonto dell'America è illuminato da mille affascinanti colori. Quasi che la coscienza del declino esaltasse la vitalità della società a stelle e strisce, mai così ricca di idee, di progetti, di inventiva. Ed in questo momento entra in gioco la figura di Obama, che ha puntato quasi tutto il suo mandato sulla green economy. Obama ha capito come sarà e dove andrà il mondo nei prossimi anni.

Resta forte, comunque, il gap tra la Cina e India e l'Occidente ed in particolare con l'Europa (Germania a parte), dove l'Italia è fanalino di coda nell'istruzione universitaria, dunque nell'innovazione e nella scienza.

Inoltre la Cina, definita dallo stesso Rampini «fabbrica del mondo», si sta rapidamente convertendo in «fabbrica di idee», un'economia creativa, dove la cultura "non si mangerà" (cit) ma è ai primissimi posti per gli investimenti.

Se non ci diamo una mossa, insomma, rischiamo di rimanere alla periferia del Mondo.

DoppiaM

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