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Il pianto di Paolo Borsellino

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La nostra storia recente si caratterizza per l’assoluto deficit di verità nelle indagini sui più eclatanti e dolorosi lutti nazionali. Ieri sono stati inchiodati alle loro responsabilità alcuni dei protagonisti dell’enorme depistaggio costruito per sabotare le inchieste sulla strage che costò la vita al giudice Paolo Borsellino e ai cinque poliziotti che lo scortavano. La fine adesso è nota: «Sia nel luglio del 1992, sia nell'anno 1993, la strategia di Cosa nostra è stata quella di trattare con lo Stato attraverso l'esecuzione di plurime stragi che hanno trasformato la trattativa in un vero e proprio ricatto alle istituzioni» . La fretta di eliminare Borsellino derivò dal fatto che il magistrato , procuratore aggiunto di Palermo, era venuto a sapere dei contatti tra i carabinieri del Ros, guidati dall'allora colonnello Mario Mori, e l'ex sindaco mafioso Vito Ciancimino. Contatti diretti alla cattura dei latitanti, secondo gli investigatori dell'Arma, che pe