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I casini in politica internazionle di Barack Obama

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Foto dal profilo instagram di Pete Souza I giudizi sull'operato di Obama sono sempre stati molto positivi, su questo blog. Da qualche tempo però il presidente Americano arranca, in difficoltà su più fronti. Soprattutto, nell'ambito della politica estera. La questione del possibile intervento in Siria è soltanto marginale, e non sarà questa l'occasione per discuterne, poiché i dubbi sulle strategie attuate in questi anni di profondi di cambiamento in Medio Oriente vengono da molto più lontano. Lo racconta oggi, in un interessante articolo Christian Rocca, sul suo blog: Tranne che nelle redazioni dei giornali, l’autorevolezza e la credibilità di Obama sono ai minimi termini (io sono tra quelli che spera ancora). In Medio Oriente è ancora più odiato di Bush, essendo riuscito nel compito di farsi odiare dai regimi (che non ha difeso), dai ribelli (che non ha aiutato), dall’opinione pubblica, da tutti. Non era mai successo che un presidente americano fosse così

Iraq dieci anni dopo. Ricordo di un brutto ricordo

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9 aprile 2003: l'abbattimento della statua di Saddam Hussein a Baghdad segna la fine del regime Dieci anni fa questi erano  giorni che precedevano una guerra. Fallite le ultime mediazioni, spazzata via la diplomazia, la Casa Bianca di George W. Bush aveva dato l’ordine d’attacco, mascherato dietro l’apparenza di un ultimatum che Saddam Hussein non avrebbe rispettato. La parola passava alle armi, alla guerra super tecnologica che il Pentagono preparava da tempo Lo racconta Federica Mogherini  per il quotidiano online Europa. Dieci anni fa si apriva una delle pagine più brutte della politica internazionale, la guerra in Iraq. Una guerra sbagliata, sotto tutti i punti di vista: politico, perché rompeva il consenso che gli attentati dell’11 settembre avevano creato attorno agli Stati Uniti dividendo drammaticamente la comunità internazionale e distogliendola dalle vere priorità comuni globali; giuridico, perché faceva carta straccia del pur fragile assetto di d